COVID & OMISSIONI

Concorsi in ritardo e contratti brevi,
così il Piemonte non trova infermieri

Manca personale negli ospedali e sul territorio. Bertaina (Cisl): "I vertici delle Asl hanno assunto dirigenti senza pensare agli organici per i reparti". La concorrenza delle altre regioni. Delli Carri (Nursing Up): "Società private offrono stipendi doppi"

Si fa presto a dire: “Assumete personale sanitario”. Di fronte alla situazione sempre più critica negli ospedali che ne impone l’apertura di altri sotto le tende o in strutture adattate in fretta allo scopo, lo chiedono a gran voce i sindacati. Ma quella stessa frase è anche l’ordine impartito ormai mesi fa dalla Regione ai vertici di Asl e Aso. Un apparentemente inspiegabile cortocircuito. Se l’assessore alla Sanità Luigi Icardi e il suo direttore Fabio Aimar hanno detto e ripetuto, talvolta anche alzando la voce, che tutto il personale che serve alle aziende sanitarie queste lo devono assumere senza vincoli di spesa, come si spiega la carenza oltre che di medici anche di infermieri e di Oss? Carenza denunciata da Cgil, Cisl e Uil, ma anche da altre sigle come Nursind e Nursing Up e, in più di una circostanza, ammessa dagli stessi vertici di corso Regina.

Un fatto, purtroppo non il solo, può aiutare a trovare una spiegazione. Lo scorso 19 ottobre ad Alba è stata fatta la preselezione dei candidati al concorso per 12 posti di Oss bandito dall’Asl Cuneo 2. Oltre 2mila le domande, circa 850 quelli che hanno passato la selezione. Ma questo succede appena due settimane fa, quando la seconda ondata del Covid non era più uno spettro, ma una drammatica realtà. “Da due anni chiedevo di fare un concorso, all’inizio dell’estate ho quasi supplicato sapendo quello che sarebbe potuto succedere, ma i vertici delle aziende sanitarie invece di fare i concorsi per Oss e infermieri pensavano ad assumere dirigenti”. Alessandro Bertaina è infermiere e guida la segreteria regionale della Cisl Sanità. “Si è perso tempo, pur sapendo che di tempo da perdere non ce n’era. Già arrivavamo in una situazione che vedeva i direttori delle Asl non affrontare una questione da troppo tempo nonostante le nostre sollecitazioni, poi è arrivato il Covid. E adesso – attacca il sindacalista – si fanno concorsi con tutte le difficoltà date dai contagi. Ci sono responsabilità molto gravi”.

Ritardi, burocrazia che non accelera neppure di fronte all’emergenza, lentezze spesso inspiegabili. C’è questo, ma c’è anche altro dietro alla carenza di figure cruciali nel sistema sanitario. “Ci sono graduatorie da cui è possibile attingere operatori sociosanitari e infermieri, ma – spiega Bertaina – bisogna cambiare sistema. È vero che la Regione ha dato disposizione di assumere e ha fatto bandi, ma l’offerta è quella di contratti a tempo determinato per un solo anno. E questo è anche ciò che viene proposto a chi ha superato un concorso ed è in graduatoria per un’assunzione a tempo indeterminato. Spesso, quasi sempre, quella proposta viene rifiutata”. Il segretario regionale della Cisl Sanità cita le decine di telefonate che riceve in questi giorni da Oss che lavorano con contratto a tempo determinato nel privato e che gli chiedono cosa fare. “Come faccio a dire di lasciare un contratto come quello che hanno per uno che li garantisce solo un anno?”. In altre regioni dove fanno meno fatica a trovare personale, come l’Emilia-Romagna, i contratti minimi sono di tre anni.

"Li stiamo facendo anche noi di tre anni che è la durata massima consentita", precisa Icardi che cita a riprova il recentissimo bando dell'Asl Città di Torino per reclutare personale infermieristico da destinare alle varie aziende, perché "se le Asl non li fanno - avverte l'assessore - procediamo noi con il Dirmei".

“Abbiamo chiesto che questo avvenga anche in Piemonte – ricorda Claudio Delli Carri, segretario regionale di Nursing Up – ma aspettiamo ancora che vengano pubblicate le modalità di ricerca di personale con questa offerta”. Intanto c’è chi si muove con più rapidità. “Società private estere stanno cercando infermieri stranieri da impiegare in Italia a stipendi doppi”, denuncia Delli Carri che cita il caso di Heilsa Recruitment, società con sedi in Gran Bretagna e Portogallo che starebbe facendo ricerca di personale. “Chiediamo di sapere chi abbia affidato a queste società la ricerca di infermieri”.

Infermieri che dal Piemonte in più di un caso stanno tornando al Sud rispondendo agli avvisi di mobilità “e senza che si faccia nulla per cercare di convincerli a restare”, osserva sconsolato il sindacalista della Cisl, “così come si continua a non cambiare proposta contrattuale, dopo che i direttori generali delle Asl hanno perso mesi di tempo senza neppure a organizzare gli alberghi dove ospitare pazienti Covid dimessi o non da ricoverare. Adesso corrono ai ripari, ma è tardi e il personale è sempre più difficile da trovare”.

Problemi che non lasciano indenne alcuna zona della regione, anche se si presentano con maggiore gravità nell’area di Torino e nelle province di Cuneo e Alessandria. “Nella graduatoria per il quadrante Novara-Biella-Vercelli-Vco ci sono ancora alcune centinaia di infermieri che si possono assumere, ma quello come altri era un concorso per posti a tempo determinato e se si continuano a proporre solo contratti di un anno sarà difficile trovare personale. Le offerte da altre regioni e dal privato non mancano e se non si cambia in fretta, si rischia di non trovare davvero più nessuno”. Il rischio è quello di tirare una coperta che rimane sempre troppo corta. “A Cuneo l’assunzione degli Oss è stata affidata ad Amos, la società partecipata da alcune aziende sanitarie, e quando c’è stato bisogno di operatori sociosanitari nel pubblico – spiega Bertaina – Amos ha spostato quello che aveva nelle Rsa, lasciandole sguarnite”.

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