VERSO IL 2021

Damilano ha detto sì a Salvini
(ma non vuole che si sappia)

L'imprenditore delle acque e del vino scioglie la riserva: sarà lui il candidato sindaco di Torino proposto dalla Lega. Fratelli d'Italia storce il naso, i berlusconiani non pervenuti. Per il via libera definitivo si attende il tavolo nazionale della coalizione

Paolo Damilano ha detto sì. Dopo una lunga riflessione, l’imprenditore delle acque minerali e dei vini pregiati ha sciolto le riserve e accettato di candidarsi a sindaco di Torino per il centrodestra. La conferma è di queste ore, ma già ieri in serata uno scambio di telefonate tra Matteo SalviniGiorgia Meloni e Silvio Berlusconi (e non AntonioTajani che aveva partecipato agli incontri del tavolo nazionale delle settimane scorse) aveva avuto come oggetto proprio la decisione di Damilano di accettare l’offerta (e le pressanti insistenze) della Lega ai suoi massimi vertici per incarnare sotto la mole quella figura civica che Salvini ha indicato come vincente per le prossime amministrative. E i dettagli sarebbero stati oggetto di un colloquio sempre telefonico, questa mattina, tra lo stesso Damilano e il leader della Lega.

Sciolte le riserve che a un certo punto avevano fatto pensare all’intenzione di un passo indietro dell’imprenditore, adesso non resta che attendere la formalizzazione della candidatura. Passaggio, questo, non del tutto rituale, visto che da parte degli alleati, in particolare da Fratelli d’Italia, insieme al viatico per l’imprenditore viene, però, sottolineata la necessità di attribuire alla Lega la sua candidatura, pur se civica. Una sottolineatura importante per pesare, al tavolo nazionale, le stesse candidature e ripartirle tra le tre forze politiche della coalizione. Una richiesta quella del partito della Meloni che difficilmente potrà vedere Salvini opporsi, visto il tempo e l’impegno richiesto per ottenere l’agognato sì da parte dell’imprenditore. La cui candidatura sarà civica, ma targata Lega al momento di spartirsi gli altri uomini e donne da far scendere in campo nella grandi città. Insomma, per ora Damilano è il candidato in pectore proposto dalla Lega, perché diventi il portabandiera di tutta la coalizione occorre superare le forche caudine del tavolo nazionale. Ed è proprio per schivare questi intoppi che Damilano avrebbe chiesto di tenere ancora riservata la sua disponibilità.

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