BANCHI DI NEBBIA

Contagi in calo già a scuole aperte

Nella fascia di età da 0 a 18 anni l'inizio della flessione è avvenuto nella settimana dal 2 all'8 novembre, con gli studenti in classe. Lo rilevano i dati ufficiali presentati ieri in Regione. Valle (Pd): "Basta con posizioni schizofreniche, serve maggiore trasparenza"

Sulla scuola il presidente della Regione tira dritto, nonostante le richieste e le proteste degli studenti, il ricorso al Tar di un gruppo di genitori e le perplessità che ieri sono emerse anche nel corso del suo intervento, in teleconferenza, nella commissione Sanità del consiglio regionale. 

“I grafici che ci hanno mostrato segnano un decremento dei contagi tra i giovani antecedente alle misure restrittive, regionali e nazionali”, osserva il consigliere del Pd e coordinatore della commissione di indagine Covid Daniele Valle. Una considerazione, la sua, che se non smuove di un centimetro Alberto Cirio dalla posizione irremovibile che ha portato a mantenere la didattica a distanza anche per la seconda e terza media nonostante il passaggio del Piemonte nella zona arancione, pone tuttavia alcune interrogativi proprio sulla decisione del governatore. Se, come emerge da uno dei grafici presentati in commissione dallo statistico del Seremi, il servizio regionale di epidemiologia, Carlo Di Pietrantonj, la discesa della curva dei contagi della fascia di età da 0 a 18 anni presenta un inizio di flessione già nella settimana che va da 2 all’8 novembre, è più che lecito chiedersi, vista la chiusura delle scuole dal 6 novembre quanto sia correlata la discesa dei casi positivi al divieto di lezioni in presenza.  

“Ci aspettiamo che ci siano altri dati, che ci verranno consegnati – osserva Valle – sulla base dei quali si sostiene la chiusura delle scuole medie”. Per l’esponente dem quel grafico che vede il suo picco verso la fine di ottobre non scioglie i dubbi, anzi impone ulteriori elementi di conoscenza per comprendere quali siano i numeri sui quali il governatore ha assunto una decisione più restrittiva rispetto a quelle previste dal Governo e dal Comitato tecnico scientifico per le scuole nelle regioni in zona arancione.

“Le famiglie hanno bisogno di trasparenza sui dati – avverte Valle – specie di fronte a una comunicazione schizofrenica: da una parte messaggi trionfanti della giunta sul passaggio a zona arancione e appelli al governo per le riaperture, dall'altra provvedimenti regionali più stringenti e notizie allarmanti che continuano ad arrivare dagli ospedali, basti pensare che oggi abbiamo il triplo di ricoverati in terapia intensiva di maggio, quando si erano effettuati i primi allentamenti delle misure restrittive”. E sui dati l’opposizione non fa sconti: “Non ci vengono consegnati e dobbiamo appuntarceli al volo”, come accaduto ancora ieri con le tabelle e i grafici fotografati con i telefonini sugli schermi dei computer. Numeri importanti anche per vedere l’andamento dei contagi nelle varie province e scoprire, per esempio, che quella con la maggior incidenza di nuove diagnosi nell’ultima settimana è Cuneo, seguita da Novara, Verbano-Cusio-Ossola, Asti, Torino, Alessandria, Vercelli e Biella.

Ma è soprattutto sui contagi in età scolastica che si concentra la richiesta di ulteriori elementi di valutazione rinnovata ieri in commissione dalla minoranza. “Nessun preconcetto – premette Valle – ed è anche comprensibile una cautela che va oltre quel che i dati potrebbero indurre a usare. Però non si capisce perché il governatore ritenga meno rischioso andare nei negozi con tutte le precauzioni rispetto ad andare in classe con le stesse attenzioni, anzi magari di più ancora”.

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