OBITUARY

Il secolo lungo di Donna Marida

È morta a 103 anni la capostipite della famiglia Recchi, gran signora della borghesia torinese, filantropa e imprenditrice. Una vita intrecciata alla storia del Paese grazie alla fitta rete di relazioni sociali, da Craxi a Gheddafi, da Agnelli a Marchionne

Il secolo lungo attraversato con discrezione ma da testimone diretta dei più importanti snodi della storia. Era nata nei giorni della disfatta di Caporetto, l’11 novembre 1917 Marida Recchi scomparsa oggi a Torino a 103 anni. Una donna di impresa e di filantropia, esponente illustre di quella borghesia che esercitò un ruolo fondamentale, nel bene e nel male, delle sorti di Torino e dell’Italia. Figlia di un noto chimico, amico di Guglielmo Marconi che frequenta con la famiglia d’estate in Val Gardena, aveva studiato in Germania e tornata in Italia aveva sposato nel 1941 Giuseppe Recchi, titolare dell’omonima impresa edile diventata una delle più importanti realtà italiane nel mondo delle costruzioni, grazie alla realizzazione e alla gestione di opere stradali, idroelettriche, portuali, edili e civili in cinque continenti. A partire dall’autostrada del Sole di cui costruì i viadotti. La Recchi, nominata Cavaliere del lavoro,  si occupò anche in prima persona dell’impresa tessendo una rete di relazioni che andava dalla politica italiana, fu molto amica di Craxi e di Fanfani e Andreotti che frequentavano il suo salotto nella villa torinese della Crocetta, in corso Galileo Ferraris, o in quella  di Portofino, all’economia con i legami con l’avvocato Gianni Agnelli (“Telefonava alle 6 e mezza del mattino e chiedeva di mio marito, che chiamava con il suo soprannome, Pèpolo”), Cesare Romiti (“Sua moglie era una delle mie migliori amiche”), Gianluigi Gabetti e negli ultimi anni anche Sergio Marchionne (“Una persona speciale, anche molto affettuosa, per Torino è stata una grave perdita”). L'impresa Recchi ebbe molte commesse in Etiopia dell’imperatore Hailé Selassié e in Libia e questo creò un importante legame anche con Adel Salam Jallud e il colonnello Gheddafi. Ricordi che affidò ad Aldo Cazzullo in una celebre intervista sul Corriere del 22 febbraio 2020.

Importanti anche le attività sociali: un lungo servizio attivo alla Croce Rossa Italiana, e dal 1948 all’Opera Pia Pro-Infantia Derelicta: nel 1950 aveva fondato la Lega anti Poliomielite, e fu tra coloro che portarono in Italia il vaccino antipolio di Albert Sabin. Marida Recchi ha avuto cinque figli, Enrico morto in un incidente aereo, Gianna,  Claudio, Emanuela e Evelina, sette nipoti e cinque pronipoti. Era presidente d’onore della Recchi ingegneria e partecipazioni.

Tra i numerosi messaggi di cordoglio quello dell’ex sindaco torinese Piero Fassino: “È stata moglie, mamma, nonna, bisnonna affettuosissima, donando amore e affetto alla sua grande famiglia e ai tanti amici che a Lei si rivolgevano. Ha amato Torino, sostenendo sempre con generosità ogni iniziativa utile al bene della città. È davvero una grande perdita per la comunità torinese e per tutti coloro che l'hanno conosciuta e amata. Mi stringo con affetto alla famiglia Recchi a cui mi lega dall’infanzia una preziosa amicizia”.

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