PALAZZO LASCARIS

La maggioranza Ruzzola, l'opposizione non molla

Ancora in alto mare la nuova legge sul gioco d'azzardo, Lega isolata. Pd, M5s e altre forze di minoranza cercano di insinuarsi nelle divisioni del centrodestra. Pronti a votare l'emendamento del capogruppo di Forza Italia che proroga i termini. Diplomazie al lavoro

“Prima di cercare un’apertura con le opposizioni devono provare a mettersi d’accordo tra di loro”. L’indiretta risposta alle timide avances di qualche pontiere leghista per tentare di sminare il terreno su cui deve procedere la nuova legge sul gioco d’azzardo seminato da quasi 60mila emendamenti delle minoranze, arriva con sarcastico realismo dal Pd. La mediazione cercata dalla Lega nei capannelli nelle pause della prima seduta in presenza del Consiglio regionale, ha avuto l’esito della bassa offerta per qualche quintale di foraggio nei mercati di paese. Mani incrociate dietro la schiena e testa che scuote a dire no. “I nostri emendamenti restano tutti lì”, insieme a quelli dei Cinquestelle di Luv e delle altre minoranze, assicura il capogruppo dem Raffaele Gallo.

Fumata nera, altro che accordo, dicono i dem annusando l’aria dopo il vertice di maggioranza organizzato ieri l’altro da Alberto Cirio. E ce n’è anche per lui, il governatore. Ieri, assente, è stato chiamato a dire quale sia la linea della maggioranza e a farlo è stato il suo predecessore Sergio Chiamparino che ha affondato il coltello nel burro. Con Fratelli d’Italia determinata a non vaotare la riforma pur senza disseminare di ostacoli l’eventuale percorso e con Forza Italia meno dura ma non certo pronta a sostenere la proposta leghista per mandare in soffitta l’attuale norma, difesa da un fronte molto ampio che va dai vescovi al comparto sanitario passando per una prateria di associazioni, il partito di Matteo Salvini deve trovare una via d’uscita. Quanto onorevole o vincente lo si vedrà.

Nel frattempo il governatore si tiene accuratamente in ombra, pur facendo sentire il suo pensiero. “È chiaro a tutti – spiega un consigliere piddino – come al presidente stia molto a cuore la possibilità per i tabaccai di poter avere nei loro esercizi le macchinette”. Magari si potrebbero sacrificare sull’altare del distanziometro i bar, come pure lasciava intendere il segretario regionale della Lega Riccardo Molinari nella recente intervista allo Spiffero.

“Bisognerà vedere cosa farà Forza Italia”, butta lì il dem Gallo. Non senza un interesse alla decisione degli azzurri. E sì, perché il capogruppo forzista Paolo Ruzzola ha presentato un emendamento che si annuncia dirimente. Allungare da cinque a sette anni il termine per l’applicazione degli affetti dell’attuale legge per le sale giochi e quindi, spostare in avanti con la motivazione del Covid la scadenza di fine maggio che poi è la deadline alla base della proposta di legge della Lega. Concedere un paio d’anni a chi dovrebbe arrivare tra poco più di un mese avendo ottemperato alla disposizioni della legge del 2016, questa la proposta di Forza Italia. “Che noi siamo pronti a votare”, spiega il capogruppo dem prefigurando uno scenario di crisi in seno alla maggioranza. Che già ci sia è acclarato, che venga come si suol dire parlamentarizzata è una prospettiva concreta. Se Ruzzola non ritirerà il suo emendamento e lo stesso otterrà i voti delle minoranze per la Lega sarebbe una sconfitta politica, accentuata dalla posizione di fatto contraria alla legge dell’alleato meloniano.

Tra oggi e domani, due giorni di lavori in aula, si vedrà se i berluscones terranno il punto sull’emendamento oppure se i rumors di un atteggiamento meno rigido verso l’azionista principale della maggioranza saranno confermati. “Di riportare le macchinette nei bar e nelle tabaccherie non se ne parla proprio”, ribadisce il dem Gallo, pronto però a votare l’emendamento forzista, mettendo un cuneo nella maggioranza. 

Poi ci sono i numeri. Per approvare la nuova legge i soli 23 voti della Lega (assessori compresi e tutti presenti) non basterebbero se non ricorrendo ad artifici procedurali. Senza l’aiuto, anche solo per assicurare il numero legale, pur senza partecipare al voto, di Forza Italia o di FdI, il testo presentato con primo firmatario Claudio Leone non avrebbe approdo. Ipotesi, quella di un naufragio, molto remota. Se Giorgia Meloni ha dato indicazioni precise che non lasciano spazio a ripensamenti, ma neppure a barricate insieme alle minoranze, dalle parti di Forza Italia il clima appare meno duro, anche rispetto ai pronunciamenti dei giorni scorsi. Ecco perché, al di là degli effetti pratici, sarà importante vedere se il capogruppo azzurro manterrà il suo emendamento portandolo al voto.

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