EMERGENZA COVID

Valentino, la Città della Salute ci riprova (con i vaccini)

A fine mese l'apertura dell'hub vaccinale. Coppolella (Nursind): "Con le poche assunzioni fatte era impossibile gestire la struttura", che infatti restò chiusa nell'ultima ondata. Il commissario La Valle ascoltato in commissione regionale di indagine

“Era evidente che Città della Salute non avrebbe potuto gestire l’ospedale del Valentino. L’azienda aveva già carenze di personale molto pesanti, figurarsi se sarebbe stata in condizione di far funzionare quella struttura”. Quello che è accaduto al complesso sanitario messo in piedi in soli nove giorni, nel novembre scorso, sotto la regia del direttore della Maxiemergenza Mario Raviolo e di fatto rimasto aperto pochi giorni nella seconda ondata e del tutto inutilizzato nella terza non può che suffragare la tesi che Francesco Copollella, segretario regionale del sindacato degli infermieri Nursind, rafforza con i numeri.

“Città della salute ha visto il nostro comparto perdere dal dicembre 2019 al dicembre 2020 circa 100 dipendenti, il turnover è garantito solo al 75% e a fronte di questa situazione con il bando di ottobre per le assunzione a tempo determinato per l’emergenza Covid sono stati assunti circa 70 infermieri, non più di 50 con il bando per un contratto di tre anni – ricorda il sindacalista –. Queste assunzioni non sono bastate neanche a sostituire le dipendenti in maternità e i lavoratori fragili lasciati a casa, figuriamoci il resto come si sarebbe potuto far funzionare l’ospedale del Valentino”. Che effettivamente non funzionerà, imponendo il trasferimento di pazienti Covid dagli ospedali torinesi sotto stress, in quelli di altre province. Quella che sarebbe potuta essere una valvola di compensazione è rimasta chiusa. Incomprensibilmente anche quando il problema del personale era ormai chiaro a molti, anche se formalmente mai ammesso, e proprio Raviolo si offrì di gestire la struttura con i sanitari della Maxiemergenza senza ottenere risposta positiva.

Ieri il commissario della Città della Salute, Giovanni la Valle ha risposto alle domande dei componenti della commissione di indagine sull’emergenza Covid e tra queste alcune hanno riguardato proprio il personale con cui è stata affrontata la pandemia. È stato sufficiente l’apporto di medici e infermieri assunti con i bandi Covid?, ha chiesto il consigliere del Pd Domenico Rossi, memore delle molte segnalazioni arrivate dai sindacati circa quei numeri troppo bassi rispetto ad altre aziende sanitarie. Situazione che per il manager sarebbe legata al piano di rientro cui da tempo è sottoposta l’azienda ospedaliera. Ma è altrettanto vero, messo nero su bianco in più di una comunicazione, quel che ricorda l’assessore alla Sanità Luigi Icardi: “Nessuno ha imposto limitazione all’assunzione di personale, tantomeno alla Città della Salute, per l’emergenza Covid. La Regione ha sempre ribadito che quello che serve, in termini di risorse professionali, si deve assumere. Anche perché le spese sostenute per l’emergenza Covid vengono poi rimborsate dallo Stato”. E quindi non vanno a toccare quel piano cui da alcuni anni è sottoposta l’azienda per un buco che superava i cento milioni e che ora, secondo gli ultimi dati, sarebbe attorno agli 80.

“Quella del personale è una delle sfide che abbiamo davanti, anche per fornire le risorse necessarie ad affrontare in maniera efficace il recupero delle liste d’attesa e dotare di professionalità ad ogni livello i nuovi reparti previsti dall’allora commissario Domenico Arcuri e che sono in fase di realizzazione”, sostiene il coordinatore della commissione regionale di inchiesta Daniele Valle.

Medici e infermieri al Valentino dovranno, comunque entrare. Giusto un mese fa la Regione ha deciso che la struttura che ha ospitato 450 letti vuoti ed è costata circa un milione e mezzo di euro messi dal Fondo di beneficienza di Intesa Sanpaolo, sarebbe diventato un grande centro vaccinale. “Entro fine mese lo apriremo”, assicura l’assessore, mentre sembra ci sia da risolvere ancora una questione legata a un preventivo troppo alto per la depurazione dell’aria. Un dettaglio rispetto al nodo della questione: chi fornirà medici, infermieri e altre figure necessarie? Nelle scorse settimane era stato ipotizzato un bando per la manifestazione di interesse rivolto alla sanità privata, i cui rappresentanti avevano espresso forti perplessità all’idea, tant’è che pare si sia abbandonato questo progetto. Ad occuparsi del grande hub vaccinale continuerà ad essere l’azienda diretta da La Valle che, questa volta, dovrà trovare il personale necessario.

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