ECONOMIA DOMESTICA

Torna a crescere l'industria

Dopo l'annus horribilis riprende la produzione: + 5%. Torino e Novara le locomotive. Ed è ancora l'automotive a trascinare l'economia. Solo Biella arranca, a causa della crisi del tessile

L’atteso rimbalzo c’è stato ma anche nell’industria sono ancora distanti i valori di produzione e fatturato del periodo pre-Covid. Nel primo trimestre del 2021 la produzione industriale in Piemonte è cresciuta del 5 per cento rispetto all’analogo periodo dell’anno precedente, quando però le restrizioni dovute alla pandemia avevano già portato a un primo crollo del 5,7%. Il fatturato totale registra un aumento del 6,2% grazie soprattutto al trend positivo a doppia cifra dei metalli e dei mezzi di trasporto. Il fatturato estero cresce del 3,1%, sostenuto dal ritmo espansivo dei metalli e dell’elettricità ed elettronica. Sul fronte degli ordinativi, lo sviluppo sul mercato interno si attesta al +5,4% grazie anche qui alla crescita del 16,1% registrata dai mezzi di trasporto. Pure gli ordinativi esteri aumentano, anche se in maniera meno evidente (+3,4%), a causa della forte contrazione segnata dalla filiera tessile più che controbilanciata dall’aumento evidenziato dalle aziende dell’elettricità e dell’elettronica e da quelle dei metalli. Il grado di utilizzo degli impianti si attesta al 64,2%, ovviamente superiore al 57% del primo trimestre 2020 quando una parte delle fabbriche erano finite in lockdown, ma ancora inferiore rispetto al 66,2% del periodo gennaio-marzo 2019. Sono i dati emersi dall’Indagine congiunturale sull’industria manifatturiera di Unioncamere in collaborazione con Intesa Sanpaolo e Unicredit.

L’industria è un comparto che in Piemonte conta 1.796 aziende che occupano complessivamente 89.530 addetti per un fatturato di 48,9 miliardi. “Le imprese hanno fatto e stanno facendo del loro meglio per continuare nel loro percorso di fare impresa, ma noi dobbiamo aiutarle – dice il presidente di Unioncamere Gian Paolo Coscia –. Ora, nuovamente e con più forza, spetta all’intero mondo istituzionale dare una risposta concreta e ampia ai vari settori: dal turismo al commercio, all’artigianato e all’agricoltura. E penso al ruolo importante del credito e del sostegno all’export. Avremo a disposizione le risorse che l’Europa ci metterà a disposizione: guardiamo con coraggio all’innovazione e alla trasformazione digitale, vere chiavi di volta dello sviluppo economico”.

Tutti i settori contribuiscono alla ripresa eccezion fatta per il tessile e abbigliamento (-4,6%)edell’alimentare (-1.9%). Se per la filiera tessile si tratta di una prosecuzione attenuata della crisi vissuta nel 2020, per l’alimentare va invece evidenziato che il confronto a livello produttivo viene effettuato su un periodo in cui il settore registrava una decisa tenuta, giacché uno dei più risparmiati dal blocco delle attività produttive. Come detto gli altri comparti sono in crescita, a particolare dai metalli che segnano l’incremento più elevato (+11,4%), seguiti dai mezzi di trasporto (+7,8%). La crescita per le industrie meccaniche si attesta al 6,4% mentre quella della filiera del legno e delle aziende dell’elettricità e dell’elettronica risulta rispettivamente pari a +5,4% e +5,2%.

Focalizzando l’attenzione sul comparto dei mezzi di trasporto, la performance positiva risulta frutto di una consistente e diffusa crescita della componentistica autoveicolare, attenuata da dati ancora negativi per gli autoveicoli e l’aerospazio.     

Lemedie imprese (50-249 addetti) sono quelle che registrano una crescita più consistente (+6,6%), seguite dalle imprese di grandi dimensioni (250 addetti e oltre) che incrementano la produzione del 5,9% rispetto all’analogo periodo del 2020. Le aziende di piccole dimensioni (10-49 addetti) evidenziano uno sviluppo della produzione (+3,4%) inferiore alla media complessiva regionale e le micro realtà (2-9 addetti) mostrano di aver intrapreso più lentamente il percorso di crescita (+1,6%).

A livello territoriale i risultati appaiono in netto miglioramento per tutte le province. Solo Biella, a causa delle criticità vissute ancora dal comparto tessile, segna ancora una flessione tendenziale della produzione industriale manifatturiera complessiva (-2,5%). Sostanzialmente stabile appare il dato di Vercelli (+0,4%), realtà in cui la forte crescita della chimica/plastica è stata annullata dal calo a doppia cifra del tessile. Alessandria mostra un incremento della produzione del2%, risultato da un lato del buon andamento della metalmeccanica e del comparto orafo e dall’altro del calo dell’industria alimentare. Le altre province sono decisamente più brillanti: Asti cresce del 3,9%, Cuneo del 5,2%, supportata dallo sviluppo della metalmeccanica e da un trend in controtendenza rispetto agli altri territori del tessile, Novara eTorino mostrano entrambe una variazione del +6,3%, spiegata dal contributo espansivo dell’aziende della metalmeccanica. Nel novarese è stata molto intensa la crescita produttiva di rubinetteria e valvolame. Il risultato migliore appartiene a Verbania (+7,6%).

print_icon