BANCHI DI NEBBIA

Scuola, 30mila prof e bidelli non ancora vaccinati

Tra insegnanti e non docenti in 10mila aspettano la prima dose, mentre 20mila non hanno aderito alla campagna vaccinale. Figliuolo dà la carica e il Dirmei promette di recuperare. Il rischio di arrivare al rientro in classe senza una copertura completa

Ci sono ancora 9mila operatori della scuola, tra personale docente e non docente, che non hanno ricevuto la prima dose di vaccino pur avendo aderito alla campagna. Ma ce ne sono 20mila che il vaccino hanno deciso di non farlo, almeno fino a questo momento. I dati del ministero aggiornati a venerdì scorso attestano che in Piemonte su una popolazione del personale scolastico di 120mila unità, circa 100mila hanno aderito alla campagna vaccinale, di questi 91.503 hanno ricevuto la prima dose, 171 sono stati vaccinati con il monodose Johnson & Johnson, mentre il totale di chi ha completato il ciclo di immunizzazione è di 71.168, che tradotto in percentuale fa 59,31%.

Un valore quest’ultimo che pone il Piemonte all’incirca a metà della classifica nazionale, dove ci sono punte del’88% come in Campania e valori molto bassi come il 28,5% della Liguria, e comunque ben al di sotto della media fissata al 70,3%. Inutile ricordare quanto sia importante, fondamentale, arrivare il più possibile a vaccinare il maggior numero di insegnanti e operatori scolastici prima della ripresa delle lezioni e farlo, appunto, nel minor tempo possibile.

Sul punto il commissario Francesco Paolo Figliuolo è stato chiaro: “Si rende necessario perseguire la massima copertura del personale scolastico. Su una popolazione di oltre 1,46 milioni di soggetti, alla data del 23 giugno, 227.970 non sono stati ancora raggiunti con la prima, o unica, dose – ha scritto il generale nella lettera ai governatori - con una forte difformità sul territorio, con Regioni in cui oltre il 25% del personale scolastico non risulta ancora raggiunto dalla vaccinazione”.

Un richiamo che è finito subito tra i punti più caldi all’ordine del giorno della riunione di oggi al Dirmei. Esperti e amministratori regionali, seguendo le indicazioni di Figliuolo, hanno stabilito di imprimere un’accelerazione per completare l’immunizzazione del personale scolastico con i richiami e, soprattutto, colmando quella lacuna delle prime dosi che riguardano ancora circa 10mila persone. Quale la ragione di questo ritardo non è dato sapere. La sospensione o comunque il forte rallentamento della campagna di immunizzazione per il mondo della scuola nell’aprile scorso, quando si rese necessario accentuare le vaccinazioni sulla popolazione anziana, non durò molto ed è difficile che possa giustificare il numero così alto di non ancora immunizzati. Ma a preoccupare sono anche e soprattutto quegli altri 10mila che non vengono menzionati nella nota della Regione, ma emergono da un facile calcolo sulle tabelle ministeriali. Se 91mila hanno già ricevuto la prima dose e 10mila sono ancora in lista d’attesa per arrivare al totale del personale scolastico ne mancano, appunto altri 10mila. Che sono coloro che non hanno aderito alla campagna vaccinale. 

Tutti no vax? No. Come accade per l’ambito sanitario, dove al contrario che per la scuola esiste l’obbligo vaccinale, anche in questo caso le ragioni delle mancate adesioni sono molteplici, tra le quali l’aver contratto in tempi recenti il Covid, avere patologie che sconsigliano la somministrazione del vaccino, ma anche timori da vincere e, ovviamente, scelte che non possono che rimandare proprio alle teorie no vax. 

“Nell’ambito scolastico casi di rifiuto rigido ed ideologico al vaccino, a quanto ci risulta, sono davvero pochi, pochissimi”, sostiene Luisa Limone, segretaria regionale Flc Cgil. Che “qualche timore prodotto anche da una comunicazione non sempre adeguata, sia ancora da vincere sicuramente c’è”. Sottolinea “l’alta partecipazione del personale scolastico alla campagna vaccinale” anche la segretaria regionale della Cisl Scuola, Maria Grazia Penna, richiamando la necessità di “arrivare alla riapertura delle scuole con docenti e non docenti coperti dai vaccini”. Una necessità ancor più stringente, come peraltro sottolineato dal commissario Figliuolo, alla luce della diffusione della variante Delta.

Oltre all’accelerazione della campagna vaccinale per il mondo della scuola, i cui dettagli ancora non sono stati forniti, nel corso della riunione del Dirmei è stato deciso di ridurre il lasso di tempo tra le prime e le seconde dosi, per tutti. Chi riceverà la prima dose a luglio avrà il richiamo entro agosto, questo – è stato spiegato – per essere il più possibile preparati ad affrontare una eventuale diffusione sul territorio della variante Delta, su cui la doppia dose di vaccino garantisce una maggiore protezione.

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