Chɘ dici?

Appena archiviata la stagione della sindaca, in questo caso intesa come lustro segnato dalla declinazione al femminile del vocabolo imperiosamente imposta dall’ascesa al soglio municipale di Chiara Appendino, ecco che mentre la sindaca esce dal portone di Palazzo di Città e dal vocabolario politico torinese, entra rapidamente dalla finestra lato sinistro la, pardon, lo schwa. Già pronunciarla, questa parola, è un’impresa. 

Niente in confronto al suo uso, che è quello di troncare vocaboli un attimo prima che l’ultima vocale possa indicare un genere, anche se nella lingua italiana il maschile sia non tale, ma omnicomprensivo. Per capirci: volete dire “bravi!” ai vostri nipotini (maschi e femmine) e magari scriverlo su un bel cartello al saggio di fine anno scolastico? Prima leggetevi un articolo di Michela Murgia, guru, pardon gura, del politically correct e gender ipercorrect e imparate a usare lo schwa. Cercate, se la trovate, la “e” rovesciata sulla tastiera o esercitatevi a farla col pennarello e mettetela proprio lì al posto della “i”. 

Se non la trovate come dev’essere capitato prima a Silvia Fregolent, deputata di Italia Viva e poi a Maria Grazia Grippo rieletta in consiglio comunale nelle fila del Pd, fate come loro: piazzateci un bell’asterisco, così “tutti”, pericolosamente maschile diventerà “tutt*”. E come diavolo si legge? Il critico Aldo Grasso ha spiegato efficacemente che il risultato di quell’ardua pronuncia troncata nel finale rispettoso dei generi porta vicino a un’intonazione tra il calabrese stretto e il napoletano verace. Qualcuno azzarda pure note arabe. 

Ma volete mettere? La renzianissima alla vigilia del voto che eleggerà Stefano Lo Russo sindaco, augura “Buon voto a tutt*”. Passa un giorno, quello della vittoria, e tocca a Grippo: scrive di un provvedimento che riguarda la polizia locale e pure lei non trovando la “e” rovesciata che dev’essere solo sulla tastiera della Murgia, toglie la “i” da tutti e mette l'asterisco.

C’è da temere che la missione delle suffragette del gender correct sia solo incominciata e il rischio di proseliti stia dietro l’angolo. Niente in confronto a quando ci toccherà, non solo (si fa per dire) leggere quel che scrivono le vestali della schwa, ma addirittura ascoltare quel che dicono, con gli asterischi. 

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