CULTURA & POLTRONE

Una Reggia per l'avvocato d'affari, Briamonte al vertice di Venaria

Il noto legale torinese, partner dello studio Grande Stevens, prende il posto della dimissionaria Zini. La nomina della Regione dopo il parere del Ministero. Sfumate le ipotesi Mattioli e Ginevra Elkann. Priorità: avviare il circuito delle residenze sabaude

C’è un nuovo castellano alla Reggia di Venaria: è l’avvocato d’affari Michele Briamonte. La nomina della Regione arriva proprio sul filo di lana, poiché il 4 novembre scadono i 45 giorni di prorogatio del consiglio di amministrazione, decaduto dopo le dimissioni presentate il 20 settembre scorso dalla presidente Paola Zini. Un’uscita di scena in anticipo rispetto alla conclusione naturale del suo secondo mandato, prevista nel luglio del 2022: da una parte per sottolineare le criticità mai completamente superate, in particolare attorno alla costituzione del circuito delle residenze sabaude (e qui centra il rapporto difficile con il Ministero della Cultura), dall’altra per consentire all’amministrazione di centrodestra di indicare in tempi brevi una personalità con cui condividere un percorso per il consorzio, essendo stata lei ancora espressione della precedente legislatura targata Sergio Chiamparino. Zini ha dato le dimissioni dopo aver fatto approvare il nuovo statuto e aver messo in sicurezza i conti con un risparmio rispetto agli anni scorsi di oltre 260mila euro. Ha inoltre introdotto il controllo di gestione e affidato la certificazione del bilancio a una società esterna.

La scelta è caduta su Briamonte dopo una serie di ricognizioni attorno ad alcuni nomi che entravano e uscivano nella rosa a seconda dei rispettivi padrini: dall’ex vicepresidente di Confindustria Licia Mattioli fino a Ginevra Elkann, ultima erede della dinastia cittadina, che ha dato prova nella gestione della Pinacoteca Giovanni e Marella Agnelli. Briamonte è uno dei più noti business lawyer italiani, ex enfant prodige dell’avvocatura subalpina, classe 1977, partner dello studio di Franzo Grande Stevens. Una figura di primo piano certamente anche nei collegamenti tra divensi mondi, da quello degli affari israeliano alla finanza vaticana, alle cassaforti laiche e di sinistra (è stato in passato consulente dello Ior, nel cda del Monte dei Paschi di Siena e fondatore della Camera di commercio italo-israeliana). Un nonno nel Mossad e amicizie nei sacri palazzi d’Oltretevere, al punto che nel 2013 si è trovato al centro di un caso diplomatico che ha coinvolto monsignor Roberto Lucchini, fidato collaboratore del segretario di stato dell’epoca Tarcisio Bertone. Briamonte è impegnato ultimamente in una lunga vertenza legale con la trasmissione Le Iene che lo ha tirato in ballo nella vicenda della morte di David Rossi. Tra le curiosità: è pilota di elicottero e kickboxer.

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