EDILIZIA SANITARIA

Pnrr, Cirio apre il portafoglio

La Regione Piemonte metterà le risorse mancanti per realizzare tutte le 90 case di comunità nell'ambito del nuovo programma di medicina territoriale. L'annuncio dell'assessore Icardi in Commissione Sanità: "Copriremo i tagli del Governo"

La Regione Piemonte finanzierà con fondi propri le otto Case di comunità che gli stanziamenti del Pnrr non garantiscono più, dopo le ultime decisioni del Governo di tagliare le erogazioni per il Nord a favore delle regioni meridionali. Lo ha annunciato l’assessore alla Sanità Luigi Icardi durante la commissione Sanità presieduta da Riccardo Lanzo. Le Case di comunità – strutture che dovranno garantire la promozione, la prevenzione della salute e la presa in carico della comunità di riferimento – che il Piemonte ha stabilito essere necessarie per il proprio territorio sono in tutto 90, ma con i fondi adesso teoricamente messi a disposizione del Pnrr se ne potrebbero realizzare al massimo 82.

“Completeremo il progetto in ogni caso con risorse piemontesi” ha assicurato Icardi, concordando che dopo l’edificazione delle Case di comunità bisognerà lavorare assiduamente affinché ci sia un livello organizzativo e di risorse umane che le faccia davvero funzionare per il 2026 come previsto dal Pnrr. Sulla stessa lunghezza d’onda Alberto Preioni (Lega), che ha apprezzato nel suo intervento "la trasparenza di questa comunicazione dell'assessore: il tema delle Case di comunità è prioritario, perché la realizzazione di tali strutture permette di non mandare in sofferenza il sistema degli ospedali. Ora toccherà anche allo Stato fare in modo che i medici di famiglia e i medici di base riempiano questi edifici di professionalità e li rendano attivi". A Marco Grimaldi (Luv), che ha chiesto le sorti del Maria Adelaide di Torino, Icardi ha risposto che il progetto attuale è farlo diventare uno studentato, però adesso è stato inserito il vincolo di utilizzare mille metri quadri al suo interno come casa di comunità.

Il termine per consegnare al Ministero della Salute i progetti e le collocazioni degli ospedali di comunità, delle centrali operative e delle case di comunità, ovvero i tre capisaldi della futura medicina territoriale, è slittato dall’iniziale 31 dicembre al 28 febbraio. Ci sono, dunque, ancora due mesi per verificare un piano che finora si configura come le proproste dei direttori delle Asl, che dovranno essere condivise con i sindaci sul territorio e con il Consiglio regionale.

Qui la tabella con le proposte dei direttori delle Asl
Qui la tabella con tutte le opere in programma