FIANCO DESTR

FdI, guanto di sfida a Molinari: "Alleanza in forse ad Alessandria"

Dopo lo strappo in Regione ecco la prima delle "conseguenze" preannunciate da Bongioanni. Nella città del leader della Lega e alla vigilia della presentazione della ricandidatura di Cuttica, i meloniani minacciano di rompere la coalizione

Mine disseminate nel giardino di casa. È quello che starebbero preparando i Fratelli d’Italia a Riccardo Molinari. Altro e non di meno si potrebbe definire il serio proposito del partito di Giorgia Meloni di rompere l’alleanza di centrodestra proprio nella città del segretario regionale della Lega e correre con un proprio candidato sindaco alle comunali di primavera ad Alessandria

A neppure quarantott’ore dallo strappo in Regione, con i meloniani che non votano la riconferma del presidente del Consiglio regionale, il leghista Stefano Allasia, e annunciano confusamente una sorta di appoggio esterno (senza, tuttavia, ritirare i loro due assessori) dopo non aver ottenuto il reclamato posto in ufficio di presidenza, ma anche dopo la disponibilità di Molinari a mettere una pietra sulla questione ed evitare la frattura come spiegato nell’intervista allo Spiffero, i Fratelli alzano ancor più il tiro. Se il colpo raggiungerà il bersaglio o finirà sui piedi di chi lo esplode è questione da vedersi. 

Ad oggi, comunque, ce n’è già d’avanzo per dire che la rottura tra i due partiti del centrodestra è tutt’altro che alle viste come sanabile. Anzi, dopo quanto accaduto martedì a Palazzo Lascaris, quello che si annuncia ad Alessandria è l’attacco al cuore della Lega piemontese. Ieri sera FdI ha riunito i suoi vertici mandrogni sulla questione, ma nessuno si sognerebbe di non vedere (anche) dietro questa mossa una regia nazionale. Da quel che trapela dalla famiglia meloniana lo sgambetto userebbe il piede dell’ex azzurro (poi migrato in FdI) Fabrizio Priano. Sarebbe lui il probabile candidato che FdI schiererebbe per andare contro l’uscente Gianfranco Cuttica, leghista con buone possibilità di essere riconfermato. Oltre a Priano, nello schema dei Fratelli c’è anche il segretario cittadino Alessandro Traverso, che appena un giorno fa affermava sibillino che “qualora arrivasse l’input di rompere io risponderei come Garibaldi”. Un “obbedisco” che potrebbe già essere stato pronunciato se è vero che FdI pare abbia deciso di non partecipare alla presentazione ufficiale della ricandidatura di Cuttica in programma per sabato prossimo.

Un’assenza che già da sola sarebbe più che sufficiente a sancire una rottura nel centrodestra alessandrino, sia pure per dinamiche e decisioni nate e prese altrove. Non meno pesante il significato simbolico della città scelta per rompere e, forse, per dare il via a un effetto domino con gli altri grandi comuni chiamati al voto in Piemonte, come Asti e Cuneo. 

Trasformare il feudo elettorale del segretario regionale della Lega in campo minato a opera di chi dovrebbe condurre insieme la battaglia per il mantenimento del governo della città è un fatto la cui gravità politica non può sfuggire. Così come ha l’immagine di uno schiaffo la risposta alla disponibilità espressa da Molinari di “chiudere la questione”, dopo lo strappo di via Alfieri. Sembra che ai Fratelli non siano andati giù i riferimenti ai loro “avi” fatti dal numero uno della Lega con il paragone con le famose reni da spezzare alla Grecia. Ma più che piccature e risentimenti dietro la minacciata corsa solitaria nel capoluogo mandrogno c’è una sempre più evidente strategia nazionale, accentuata esponenzialmente dopo le vicende dell’elezione del Presidente della Repubblica e il ruolo di (aspirante) king maker di Matteo Salvini.

Molinari aveva rimarcato l’esiguo risultato elettorale di FdI alle ultime comunali della sua città, nonostante il quale la coalizione ha riconosciuto un posto da assessore al partito che oggi, a fronte dei sondaggi e delle più recenti consultazioni amministrative, mal digerisce queste sottolineature. Insomma, alla strategia che arriva dal vertice nazionale si uniscono ruggini, forse da tempo tenute sotto la bandiera dell’alleanza.

Prova ne è la critica che sempre i Fratelli muovono, sia pure ancora a mezza bocca, alla ricandidatura di Cuttica, ponendo una serie di problemi sul gradimento da parte dell’elettorato del primo cittadino uscente. Uno spingersi su un terreno dal quale non sarà facile ritirarsi come nulla fosse accaduto, quello del partito della Meloni. Se in Regione appare a dir poco improbabile un’evoluzione con l’uscita dalla giunta di Maurizio Marrone ed Elena Chiorino, diverso appare lo scenario per le comunali di primavera. Non è detto chi salterà sulle mine che i Fratelli pare abbiano intenzione di disseminare nel giardino di casa del segretario regionale della Lega.

print_icon