OLTRECORTINA

La questione russa di Lo Russo

Nomen omen, o quasi. Un destino, quello del sindaco di Torino, segnato dal cognome. Per un lustro è stato ambasciatore del Politecnico subalpino a Mosca, attraverso cui ha partecipato alla stipula di accordi con Gazprom. Ora deve far fronte alla crisi

Nomen omen, o quasi. Se c’è una persona a Torino che ha incrociato per anni la sua vita professionale con la Russia è proprio il suo sindaco, Stefano Lo Russo che nella sua attività accademica ha svolto per anni un ruolo di cerniera tra il Politecnico subalpino e Mosca. Già nel 2017 figurava tra gli sherpa che accompagnarono l’allora premier Paolo Gentiloni a Sochi dove vennero siglati una serie di accordi economici a partire dall’energia. Un coinvolgimento legato alle competenze di Lo Russo nel campo della geologia. Poche settimane dopo, a San Pietroburgo venne siglato un accordo tra Gazprom e Politecnico: ancora una volta ad officiare l’intesa c’era l’attuale primo cittadino che, con il passare del tempo, ha tessuto la sua tela di relazioni con la Madre Russia al punto da essere stato referente del rettore, almeno fino al suo nuovo incarico a Palazzo Civico. Relazioni rimaste sempre nell’ambito accademico e che, va sottolineato, mai hanno rappresentato un’adesione politica di Lo Russo a Vladimir Putin e al suo potere.

Dopo aver espresso “preoccupazione”, ieri, per quanto stava accadendo in Ucraina, il sindaco di Torino oggi si è dichiarato “sin da ora disponibile per agevolare l’arrivo dei profughi ucraini nel nostro territorio”. Poi ha aggiunto: “Di certo le sanzioni nei confronti della Russia colpiranno anche le nostre imprese, ma questo è il momento in cui l’Occidente deve dare prova di compattezza”. Ma la crisi ucraina tocca Torino anche sul fronte musicale, dopo la richiesta della tv di Kiev di escludere la delegazione russa all’Eurovision che si svolgerà al PalaAlpitour dal 10 al 14 maggio. In un primo tempo la Ebu che organizza la kermesse ha escluso questa ipotesi giacché si tratta “di un evento culturale e non politico”. “Al momento – ha risposto Lo Russo a chi lo ha interpellato sull’argomento – non abbiamo notizie in merito, la gestione di Eurovision, come è noto, è in mano a Ebu e Rai”. Nelle ultime ore, però, l'Eurovision ha fatto retromarcia e ha deciso di mette al bando la Russia.

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