SANITÀ

Mancano i soldi, per infermieri e oss l'assunzione è una chimera

Stabilizzare i contratti a termine per il Covid costerebbe oltre 200 milioni. I sindacati a Cirio: "La politica trovi una soluzione". Il rischio di lasciare le future strutture del Pnrr come scatole vuote. Personale necessario anche per ridurre le liste d'attesa

Il nodo è quello dei soldi. I dirigenti della Sanità regionale lo hanno detto, senza giri di parole, ai sindacati durante l’incontro in cui hanno affrontato il tema dell’assunzione a tempo indeterminato degli infermieri e degli operatori sociosanitari ingaggiati per l’emergenza Covid con contratti a termine.

Di fronte a questo ostacolo i sindacati seduti al tavolo in corso Regina (Cgil, Cisl, Uil, Nursing Up, Usae e Fials) lanciano la palla nel campo della politica. In una lettera inviata al presidente della Regione Alberto Cirio e all’assessore Luigi Icardi scrivono chiaramente che il problema “deve essere affrontato e risolto in sede politica”. Ma come e dove trovare le risorse finanziarie con cui Asl e Aso dovrebbero pagare, in maniera strutturale e non più emergenziale, oltre 5mila dipendenti? Una stima grossolana indica una spesa prevista di circa 220 milioni, distribuita tra tutte le aziende sanitarie del Piemonte, le stesse ai cui vertici appena l’altro giorno è stato chiesto di rivedere i bilanci preventivi per l’anno in corso all’insegna di una maggiore attenzione alle spese. 

“Se pur disponibili a discutere delle tempistiche da applicarsi al processo di stabilizzazione, non intendiamo derogare al raggiungimento della stabilizzazione di tutto il personale interessato. Questo – scrivono i sindacati a Cirio e Icardi – sia per il dovuto riconoscimento a lavoratori che, in un momento di grande difficoltà per il servizio sanitario regionale, hanno contribuito fattivamente a garantire l’erogazione dei servizi ai cittadini sia perché̀, anche a causa del pluriennale depauperamento delle dotazioni organiche delle aziende sanitarie, il loro venir meno determinerebbe il concreto rischio di non poter erogare una serie di prestazioni, a cominciare dal recupero delle liste d’attesa”.

Un altro problema che si profila in mancanza della stabilizzazione del personale con contratto a tempo determinato lo pone il sindacato Nursind, non presente al tavolo poiché non firmatario dell’accordo nazionale. “Per far funzionare le future case e ospedali di comunità e le centrali operative previste dal Pnrr – spiega il segretario regionale Francesco Coppolella – serviranno non meno di 1.500 infermieri. Occorre trovare una strategia per evitare che queste strutture restino scatole vuote”.  

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