Auto, il futuro (prossimo) è ibrido.
"Gli incentivi non solo all'elettrico"
14:00 Mercoledì 30 Marzo 2022
Al Vtm di Torino il ministro Giorgetti mette in guardia sulla necessità di premiare "anche le altre tipologie non inquinanti". Intanto crolla il mercato dei veicoli diesel. In Piemonte attesa per le scelte di Stellantis. Cirio: "Grande intesa tra le istituzioni"
Prima il Covid, poi la crisi dei semiconduttori, infine il conflitto in Ucraina. Non c’è pace per il mercato dell’auto che nel 2021 è cresciuto rispetto all’anno (nero) precedente, ma per il momento si tiene ben distante dai livelli pre pandemia. Alla fine dello scorso anno le immatricolazioni auto sono state 1,458 milioni, con un aumento del 5,5%, rispetto al 2020, quando la quota di vetture vendute si è attestata a 1,382 milioni. Intanto, pur tra mille incertezze, il mercato ha già iniziato la sua transizione ecologica: il 2021, infatti, ha segnato l’exploit della vettura ibrida con un salto dal 16% del 2020 al 29% del 2021. “Un balzo significativo – commenta Alberto Di Tanno, presidente del Gruppo Intergea (leader nella distribuzione auto) – che rivela la crescente sensibilità e consapevolezza delle persone per l’ambiente.Scegliendo una vettura ibrida, s’intraprende la transizione, senza arrivare ancora all’approdo dell’elettrico, che purtroppo resta caratterizzato da incognite che non danno sicurezza al consumatore, come le infrastrutture di ricarica, i tempi e la durata delle batterie”. Infatti il venduto nel 2021 con alimentazione elettrica arriva a rappresentare il 4,6% del mercato rispetto al 2,3% del 2020. Mentre l’ibrida plug-in passa dall’1,9% al 4,7% e quelle a metano/gpl dal 9,1% al 9,5%. Il diesel invece sprofonda e la sua quota mercato scende al 22,1%, dieci punti in meno rispetto all’anno precedente (32,7%). “Se nel 2020 ogni tre vetture vendute, una era diesel, nel 2021 lo è una su cinque: un calo talmente importante da lasciare il secondo posto del mercato all’auto ibrida – sottolinea Di Tanno –. E quest’ultima insieme all’alimentazione a benzina si divide la quota più ampia. Ne viene fuori una profonda disaffezione dovuta anche alle frequenti restrizioni alla circolazione e una sempre meno rilevante differenza nel costo dei carburanti”. L’alimentazione a benzina resta in testa nel mercato delle vendite auto con il 29,95% ma ormai si divide il mercato quasi a pari livello con l’ibrido (29%).
Proprio per rilanciare il settore auto in questo secondo anno di stentorea ripresa il governo dovrebbe chiudere in tempi brevi l’accordo sul pacchetto incentivi. “È un percorso complesso ma mi auguro che entro questa settimana si trovi il concerto tra Mise, Mef, Mite e Mims per sbloccare gli incentivi al settore automotive che sta vivendo un periodo molto difficile” afferma il ministro dello Sviluppo economico, Giancarlo Giorgetti, in collegamento al Vtm – Vehicle and Transportation Technology Innovation Meeting – a Torino. “Sono dispiaciuto per questi ritardi ma stiamo lavorando per la riconversione industriale dell’automotive e per la realizzazione di incentivi che coinvolgano non soli le auto elettriche ma anche altre tipologie non inquinanti”.
“Finalmente l’automotive – ha proseguito – è entrata nella scena politica. Per tanti mesi ho cercato di fare capire come tutto quello che avviene attorno all’automotive è centrale perché qui convergono le due grandi rivoluzioni che sono anche i pilastri del Pnrr, la rivoluzione digitale e quella ecologica, ambientale, energetica. Credo che sia importante concentrarsi su quella che è la spina dorsale e industriale del paese”. Il ministro ha aggiunto che “purtroppo in Italia si costruiscono molte meno auto che in passato, metà della Francia, un quarto della Spagna, un settimo della Germania, ma esiste una filiera dell’automotive molto consolidata. È su questo che dobbiamo riflettere. Le rivoluzioni in qualche modo mettono a rischio tutto ciò che diamo per scontato e consolidato. Qualche difficoltà sicuramente in futuro l’avremo e quindi dobbiamo essere in grado di accettare questa sfida e vincerla”. “Per vincere questa sfida tecnologica – ha concluso Giorgetti – dobbiamo avere lo Stato che mette a disposizione, come hanno fatto anche tutti gli altri governi europei, risorse importante. Ma tutte le rivoluzioni si vincono se gli imprenditori accettano le sfide e riescono, con l'aiuto dello Stato, a vincerle”.
E intanto cambiano anche le abitudini di chi viaggia in auto. La vendita ai privati detiene il 63% delle quote mercato, un punto percentuale in meno rispetto al 2020. Ne è uscito avvantaggiato il noleggio che passa dal 21,6 al 23%; di fatto aumenta quello a lungo termine, dal 15,3% del 2020 al 17,4% del 2021, mentre il breve termine perde un paio di punti. La quota aziendale resta pressoché invariata sul 14%. E anche i concessionari sul territorio diminuiscono: da 1.248 del 2020 agli attuali 1.220. Un dato che conferma un trend discendente lento ma costante, iniziato nel 2007 quando erano 2.785.
Sul Piemonte le attese riguardano tutte Stellantis dopo l’incontro tra il ceo Carlos Tavares e i vertici istituzionali. L’azienda ha ribadito il “ruolo centrale” del Piemonte e di Torino che diventerà il “polo ingegneristico per la produzione e lo sviluppo della mobilità elettrica, la guida autonoma e il software” di tutto il gruppo Stellantis ripete ancora oggi il governatore Alberto Cirio. Anche se non pare che nei piani del gruppo ci sia un solo polo ingegneristico e soprattutto sembra una sorta di doppione di quello che era già stato annunciato col nome di Competence Center. Cirio ha poi ricordato che in Piemonte è “nata l’auto e ancora oggi conta il 30% delle imprese, il 40% del fatturato e il 40% dei 60mila addetti del settore” per questo “ci vuole grande senso di responsabilità”, nell'affrontare la transizione verso la mobilità sostenibile. “Insieme al Comune e alle imprese – ha aggiunto – dobbiamo progettare il futuro dell'auto, sfruttando i fondi europeo Fesr che sono inferiori rispetto a quelli che riceveranno alcune regioni del sud, ma noi sappiamo come spenderli”. I fondi Fesr per il Piemonte ammontano a 1,5 miliardi di euro, un terzo circa per l’automotive. Entro aprile saranno presentati i progetti alla Commissione europea che poi avrà 5 mesi di tempo, fino a settembre, per approvarli. Nel frattempo saranno avviati dei tavoli tecnici fra Comune, Regione e Stellantis per definire i dettagli dei singoli progetti.