GUERRA ALLE PORTE

In Piemonte 8.500 profughi ucraini

Il capo della Protezione civile Curcio a Torino per fare il punto sulla macchina dell'accoglienza. Gran parte dei rifugiati trova ospitalità nella rete famigliare. In aumento le disponibilità da parte di Comuni e strutture del territorio. Cirio: un fondo per chi apre le porte di casa sua

Sono circa 8.500 i profughi ucraini presenti in Piemonte, la gran parte, circa 7400 ospitati nelle reti familiare e amicale e il resto nei centri di accoglienza Cas e della Protezione Civile. I minori non accompagnati sono 178, di cui 71 nel capoluogo piemontese. Numeri comunicati stamattina dal prefetto di Torino, Raffaele Ruberto, al tavolo di coordinamento regionale con il capo del Dipartimento di Protezione Civile, Fabrizio Curcio. Sul fronte sanitario sono stati registrati 3.575 tamponi Covid e sono 1.316 i rifugiati che hanno ricevuto il vaccino. Sono, inoltre, 4.850 le famiglie piemontesi che hanno manifestato attraverso i canali della Regione Piemonte la disponibilità ad ospitare i profughi ucraini. Prosegue anche l’inserimento scolastico dei bambini e dei ragazzi ucraini nelle scuole piemontesi. L’Ufficio Scolastico Regionale ha comunicato i dati aggiornati all’11 aprile, che vedono 1.355 alunni inseriti, di cui 1.222 “validati”, ovvero che hanno ultimato la documentazione ufficiale dopo il primo inserimento.

“L’assistenza nei Cas è un work in progress, su Torino stiamo per aprire altre 300 posti e la nuova manifestazione di interesse amplierà questa disponibilità”, ha spiegato Ruberto. Altri 350 posti saranno ricavati attraverso le convenzioni con i Comuni, “quindi a Torino e provincia saranno disponibili circa un migliaio di posti, di cui 189 occupati e 300 già disponibili”. “Certo dobbiamo aspettarci un’ospitalità di ritorno, che l’accoglienza nei Cas aumenterà mentre diminuirà quella nelle famiglie, e per questo ci stiamo muovendo rinnovando la manifestazione di interesse”, ha concluso il prefetto.

Sono ad oggi più di 91mila i profughi ucraini ospitati sul territorio nazionale di cui oltre 33mila minori per la gran parte accompagnati. Di questi il 50% sono donne, il 40% minori e il restante 10% uomini over 60.

“Non possiamo lasciare sole le famiglie che si prendono in carico l’accoglienza dei profughi dell’Ucraina” ha affermato il governatore Alberto Cirio, annunciando l’intenzione di dar vita a un fondo regionale con il contributo delle fondazioni bancarie, “che incontrerò nei prossimi giorni”. “Il governo ha previsto l’aiuto diretto ai profughi, mentre non è previsto quello per le famiglie ospitanti – osserva Cirio –. Protraendosi l’ospitalità, non vorremmo che si riducano le capacità di sostegno”. Il fondo regionale, conclude Cirio, ha quindi lo scopo di “non dimenticare nessuno”.

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