CORPI INTERMEDI

Api, Alberto resta col Cellino in mano

Il presidente della piccola impresa, alla fine del suo mandato, fa buon viso a cattivo gioco. E dopo aver tentato di imporre Di Bari, suo braccio destro, di fronte alla fronda interna deve accettare il ritorno del suo predecessore

Una successione per garantire ancora un futuro a chi passa la mano. Forse è con questo obiettivo che Corrado Alberto, numero uno dell'Associazione delle piccole imprese di Torino, aveva pensato di cedere il testimone a Cristina Di Bari nell’assemblea del 17 e 18 giugno, in cui dopo due mandati si congederà dal vertice dell’organizzazione. Qualcosa, però, dev’essere andata storta. E che qualcuno gli stesse mettendo i bastoni tra le ruote lo ha capito subito, quando tra i maggiorenti dell’Api, che fino a quel momento gli avevano accordato tutta la loro fiducia, qualcuno ha iniziato a storcere il naso per un profilo non ritenuto adeguato.

Classe 1963, Di Bari è amministratore unico e socio fondatore di Trasma, azienda di famiglia leader nella produzione industriale di fili di rame per cavi elettrici. È stata il braccio destro di Alberto (fino al 2018 vicepresidente e tesoriere di Api Torino) che l’ha aiutata anche a inserirsi nei gangli del “Sistema Confapi” e in quello camerale, favorendone la nomina nel Consiglio di indirizzo della Fondazione Crt, dove siede tutt’ora, e nella Giunta della Camera di Commercio. Profilo poco strutturato, come insinua qualcuno, o forse troppo vicino al presidente uscente? Sia quel che sia, fatto sta che il nome della Di Bari è andato in caduta libera, anche in parte a causa di un attivismo giudicato quasi inopportuno dell’attuale presidente: “Perché tanto interesse?”.

È così che lungo i corridoi di via Pianezza, giorno dopo giorno, ha iniziato a montare l’ipotesi di un’alternativa. Un nome pesante che Alberto sapeva di non poter contrastare. Solo qualche timido tentativo di resistenza, poi il via libera a colui che lo aveva preceduto sulla poltrona di presidente dell’Api. Quel Fabrizio Cellino che pareva così disinteressato alle trame della sua (ex) organizzazione, impegnato com'era tra la sua attività e l'incarico nella giunta di Confapi, dove siede proprio assieme ad Alberto. Ora, invece, sono tutti pronti a scommettere che sarà lui il successore del suo successore.

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