REGIONE PIEMONTE

Sanità, parte l'Azienda Zero e inciampa subito sui privati 

La decisione di affidare a Confindustria la designazione dei membri del tavolo tecnico scatena le due principali associazioni di categoria. Parrella (Aris): "Scelta che sconfessa Icardi". Perla (Aiop): "Tenere conto della rappresentatività". Sale la tensione sul contratto

Parte col piede sbagliato l’Azienda Sanitaria Zero. E inciampa sui privati. La pressione è salita rapidamente oltre i livelli di guardia ai vertici di Aris, l’associazione che rappresenta le strutture sanitarie a carattere religioso e non di meno a quelli dell’omologa laica Aiop, di fronte alla decisione messa nero su bianco (anzi, a colori in una serie di slide) di affidare a Confindustria l’individuazione di tre rappresentanti “nell’ambito delle associazioni di categoria maggiormente rappresentative” da inserire nel tavolo tecnico permanente di confronto con la sanità privata”. Quella che sulle prime potrebbe apparire nulla più che una formalità, viene rimarcata come una decisione “a dir poco irritante, oltre che inaccettabile”, per citare il presidente di Aris, Josè Parrella e “un atto che smentisce rassicurazioni e garanzie avute dallo stesso assessore regionale Luigi Icardi”, come spiega Giancarlo Perla al vertice piemontese di Aiop.

La questione salta fuori non appena la “Super Asl” guidata in veste commissariale dal direttore generale dell’Asl Città di Torino, Carlo Picco diffonde il comunicato con cui si annunciano i gruppi di lavoro, in tutto sei, per le varie aree tematiche. Nulla contro Confindustria, spiegano i vertici della due sigle che rappresentano la stragrande maggioranza delle strutture sanitarie provate accreditate, “La questione riguarda il metodo”, osserva Perla. “Non s’è mai visto che un organismo pubblico, qual è l’Azienda Zero, deleghi a un soggetto privato la scelta di chi deve o non deve partecipare a un tavolo di lavoro. Questo vale per Confindustria, ma vale allo stesso modo se fosse stata Aiop ad essere indicata in quel ruolo”.

C’è da aggiungere che la decisione di affidare al presidente della commissione sanità di Confindustria Piemonte e di Gruppo Sanità dell’Unione Industriale di Torino, ovvero Fabio Marchi che è pure vicepresidente di Aiop Piemonte, pone anche un tema di rappresentanza: Confindustria e Unione non vantano i numeri delle sue sigle, quella laica e quella religiosa. Il presidente di quest’ultima non nasconde tutta la sua irritazione anche per la sorpresa nel vedere nel comunicato di Azienda Zero “ciò che avevamo appreso da atti preparatori e, su nostra richiesta, l’assessore ci aveva assicurato sarebbe stato modificato. Cosa che non è avvenuta”.

In un recente incontro, Icardi di fronte a Perla e Parrella aveva telefonato a Picco chiedendogli di rivedere quel punto eliminando l’affidamento a un soggetto privato, in questo caso Confindustria e Unione Industriale, la designazione dei tre rappresentanti nel gruppo di lavoro. Correzione che, evidentemente, non c’è stata. “Domani (oggi per chi legge, ndr) chiederò un chiarimento all’assessore” preannuncia Parrella, “stupito e irritato dopo aver appreso che quello che ci era stato garantito non è stato mantenuto”.

Che cosa è successo nella comunicazione tra corso Regina e il vertice dell’Azienda Zero? Semplice incomprensione, difficoltà a cambiare uno schema già predisposto o che altro? “La scelta su chi chiamare al tavolo spetta all’ente pubblico che, ovviamente, deve tenere in considerazione anche la rappresentatività. Ma non esiste che questo compito venga affidato a un soggetto privato qual è Confindustria, così come lo sono Aiop e Aris”, ribadisce Perla che non nasconde come “questo passo falso della neocostituita Azienda Zero, certamente non contribuisce a distendere i rapporti in un momento già abbastanza complicato”. Il riferimento è alle trattative per la firma del contratto tra la Regione e la sanità privata accreditata per l’anno in corso.

Da molte settimane, ormai, è in corso un braccio di ferro, con la rappresentanza degli istituti religiosi irremovibile nel rifiutare l’accordo se non ci saranno modifiche di carattere economico. Stessa posizione sul fronte laico delle cliniche. Insomma se Icardi sperava in ammorbidimento della trattativa, quanto deciso dal vertice dell’Azienda Zero, da lui fortemente voluta, ha sortito l’effetto opposto. 

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