ENERGIA

Caro bollette, allarme dei sindaci: "Senza aiuti Comuni in default"

Il primo cittadino di Novara, delegato finanza locale dell'Anci, fa i conti: "Serve almeno un miliardo. Si rischia di dover fermare i tram, tenere parti delle città al buio, spegnere completamente le luci sui monumenti e tagliare i riscaldamenti

I sindaci vedono nero per i rincari dell’energia e chiedono al governo di stanziare un altro miliardo di euro per scongiurare il rischio di lasciare al buio le città. “Contro il caro bollette come Comuni chiederemo al prossimo Governo, una volta insediato, uno stanziamento di 200 milioni da inserire nel dl aiuti quater, poi in legge di bilancio solleciteremo lo stanziamento di 800 milioni che potranno valere anche per il 2023 per le situazioni più critiche dei bilanci comunali. Da qui al varo del nuovo governo prepareremo un pacchetto di misure anche tecnico-contabili per fermare il calo delle entrate dei Comuni previsto per il 2023 e per far fronte al perdurare dell’incremento dei costi energetici”. È il primo cittadino di Novara, Alessandro Canelli (Lega), a farsi interprete delle richieste dei suoi colleghi di tutta Italia nella sua veste di delegato alla finanza locale dell’Anci. “Si rischia di dover fermare i tram, tenere parti delle città al buio, spegnere completamente le luci sui monumenti e tagliare i riscaldamenti”, afferma allarmato.

Canelli ha stilato una lunga lista di preoccupazioni allarmanti in vista dell’inverno. “La situazione è molto pesante – spiega – perché non tutti i Comuni hanno lo stesso livello di criticità, questo dipende dai contratti di approvvigionamento, ma rispetto alla spesa storica di 1,6 miliardi di euro finora il Governo ha aiutato il comparto con 820 milioni, erogati in varie tranche. Solo che adesso il costo complessivo è almeno il doppio. Gli aumenti variano dall’80% a 4 o 5 volte in più rispetto al passato e quindi è evidente che un altro intervento straordinario del Governo ci dovrà essere”.

Parole cariche di ansia per il caro bollette le hanno pronunciate anche i sindaci di Torino e di Milano, Stefano Lo Russo e Giuseppe Sala. “I Comuni non hanno risorse per poter aiutare i cittadini, questa è la triste realtà. Abbiamo anche noi una bolletta che fa spavento. Immagino che il nostro governo farà la sua parte. Credo che serva in questa fase dare sostegno e pompare moneta, una volta lo si faceva per incrementare i consumi, oggi per far sopravvivere il sistema. Ma deve arrivare dal governo e, più su, dall’Europa”, dichiara l’inquilino di Palazzo Marino. La portata della crisi energetica che si profila su Torino “è troppo elevata e se non ci sarà una forte coesione territoriale e un rapporto costruttivo con il governo, difficilmente potremo fare da soli”, per esempio “garantendo il trasporto pubblico locale”, conferma da Palazzo Civico Lo Russo.

Quanto al tema illuminazione pubblica il primo cittadino della Mole assicura che “prima di spegnere un lampione devo fare delle verifiche, perché c’è un tema di sicurezza, stradale, delle persone. Le luci nelle città sono davvero essenziali, quindi su questo tema specifico ci raccorderemo con prefettura, questura, con tutti quelli che hanno compiti di verifica della sicurezza che vanno oltre il mio”. Ciò non toglie che la situazione sia piuttosto grave. “Al 31 luglio abbiamo già sfondato 40 milioni, che era circa l’intera bolletta del 2021. Ragionevolmente, temo che con questo trend di crescita dell’energia, la bolletta del solo Comune raddoppierà a circa 70-80 milioni, che non ho nel nostro bilancio. La situazione è molto critica, stiamo analizzando con gli uffici tecnici le misure che potenzialmente possono essere messe in campo. Ma senza un intervento del Governo non ce la facciamo”. Ci sono misure che riguardano l’illuminazione o i monumenti, “altre molto più significative che riguarderanno il riscaldamento dei nostri uffici comunali. Un pacchetto di misure che stiamo guardando con l’approccio di verificare quanto effettivamente sono efficaci per risparmiare la bolletta energetica”. Costi ai quali, ricorda il sindaco, “si sommano i rincari tariffari di carburanti ed energia elettrica del trasporto pubblico, che è quello che in questo momento mi preoccupa maggiormente. Con un rincaro del 235% previsto per il 2023 – osserva Lo Russo – passo da una bolletta elettrica dei tram da 11 a 29 milioni, quindi davvero complicato riuscire a far quadrare i conti, al limite dell'impossibile senza un intervento del Governo. Poi dobbiamo stare attenti a non fare l’errore di aumentare il costo dei biglietti del pullman, stessa cosa per le luminarie, o si genera una spirale regressiva che non possiamo permetterci”.

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