PALAZZO LASCARIS

"Opposizioni unite contro Cirio", prove tecniche di campo largo

Quello che non riesce a fare Letta in parlamento potrebbe realizzarsi in Piemonte. Con alle viste le elezioni regionali del 2024 il Pd lancia la proposta di un fronte unico per contrastare il centrodestra. Un passo verso l'alleanza con i Cinquestelle

Quello che non riesce a Enrico Letta a livello nazionale potrebbe realizzarsi in Piemonte: un fronte unito di tutta l’opposizione a Palazzo Lascaris. Dietro l’angolo ci sono le elezioni regionali del 2024 e per il Pd è impellente costruire una alternativa competitiva ad Alberto Cirio, dentro e fuori dall’aula. Lo schieramento deve essere ampio ma nessuno si azzarda a pronunciare il “campo largo”, locuzione tanto cara a Francesco Boccia, profeta dell’alleanza giallorossa, archiviata almeno per il momento dopo le ultime (tragiche, per il Pd) elezioni politiche.

Con questo intendimento il capogruppo Raffaele Gallo ha prima riunito tutti i consiglieri a Guarene (nel Roero), una settimana fa, e ora intende intensificare il dialogo con ognuna delle forze che in via Alfieri siedono tra i banchi della minoranza. Un lavoro di paziente tessitura, senza affrettare i passi, concentrandosi su un’azione che già in questi primi tre anni ha dimostrato molte convergenze: dall’ostruzionismo contro il provvedimento sul gioco d’azzardo alle modifiche imposte alla legge Marin (urbanistica). “In quest’ultimo anno e mezzo marcheremo ulteriormente la differenza tra noi e il centrodestra, non più soltanto con l’opposizione ai provvedimenti della giunta Cirio, ma anche attraverso nostre proposte” spiega Gallo. È una sorta di fase 2 che si estrinseca pure in un nuovo tour tra i cittadini in cui “ascolteremo quel che hanno da dirci e proveremo a individuare insieme delle soluzioni”. Dentro ma soprattutto fuori dal Palazzo, anche perché da quando si sono allentate le restrizioni Covid, mentre destra e sinistra si accapigliavano in aula, il governatore non ha mai smesso di incontrare sindaci, associazioni locali, stakeholder e cittadini. Girando in lungo e in largo per tutto il “nostro Piemonte”, come ama dire, in una sorta di campagna elettorale permanente.

La legge elettorale regionale non prevede ballottaggi: un unico turno, chi prende più voti vince. Per questo secondo il segretario uscente del Pd Paolo Furia è necessario recuperare subito il rapporto con il Movimento 5 stelle. Un patema che in questo momento non affligge Gallo, secondo cui “c’è un percorso da fare, eventuali intese ne saranno la conseguenza”. Non ci sono solo i grillini da convincere, anche il Terzo polo che già inizia a sedurre più d’uno a destra e che potrebbe scegliere una strada diversa da quella percorsa alle amministrative di Torino e di Alessandria. Per questo meglio evitare di aprire ora le danze con una tarantella – M5s si, M5s no – che non avrebbe altro effetto che dilanziare per un anno e mezzo il Pd.

“È il momento di dare una forte identità al partito a tutti i livelli e da lì, attorno a un vero progetto politico, lavorare a convergenze. In questo ci aiuterà anche il tour che faremo in autunno” spiega Gallo. E aggiunge: “Non faremo solo opposizione fine a se stessa, anzi d’ora in poi dovremo essere più bravi a far emergere e conoscere le nostre idee”. E per questo “avvieremo un percorso comune su iniziative che rimettano al centro provvedimenti per i giovani, di cui in questi anni non si è parlato, e sul tema del sostegno  alle imprese”. Poi le politiche per la casa (ddl “Prima i piemontesi”) e la sempiterna edilizia sanitaria, dove “a un anno dall’approvazione del piano la giunta non ci informa sui progressi, a partire dal nuovo Maria Vittoria all’ospedale di Ivrea”.

In mezzo c’è anche il percorso congressuale che, verosimilmente, terrà impegnato il Pd fino all’inizio della primavera, intanto il governo sarà nel pieno delle sue funzioni e gli sconfitti delle elezioni siederanno fianco a fianco tra i banchi dell’opposizione. Quanto sarà largo il campo si vedrà, “noi in Piemonte iniziamo ad ararlo”.

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