FIANCO DESTR

Damilano pensa alle regionali: una lista a sostegno di Cirio

Da aspirante sindaco a gregario del governatore. L'imprenditore pronto a varare "Piemonte Bellissimo" clone della formazione torinese. "Mai usciti dal centrodestra, ma dalla coalizione". Poi sferza Lo Russo: "Troppo concentrato sulle nomine, si occupi della città"

Che fa, lascia? No, Paolo Damilano raddoppia. E quel che era nell’aria da tempo viene annunciato a un anno dalle elezioni amministrative che hanno incoronato la sua Torino Bellissima “secondo partito della città”. In cantiere c’è Piemonte Bellissimo (o qualcosa del genere), una lista insomma pronta a tornare sullo scenario elettorale alle regionali del 2024. Già nei mesi immediatamente successivi la sconfitta contro Stefano Lo Russo, l’imprenditore acqua & vino aveva parlato con i suoi più stretti collaboratori della sua ambizione di tornare al vecchio amore, la Regione Piemonte, dopo aver accarezzato cinque anni fa il sogno di essere governatore. Già a gennaio lo Spiffero aveva pubblicato l’indiscrezione che ora trova conferma nelle parole dello stesso Damilano: “C’è già una interlocuzione con Alberto Cirio che, a meno di sorprese, sarà di nuovo candidato dal centrodestra. E noi offriremo il nostro contributo a farlo rieleggere”.

Un ritorno a casa per l’imprenditore che lo scorso maggio aveva annunciato il suo addio al centrodestra e poi in estate trattato un posto in Parlamento con Carlo Calenda e Matteo Renzi, poi con gli “scentrati” di Maurizio Lupi e Giovanni Toti, la zattera centrista di una coalizione con la barra tutta a destra, salvo poi ritrovarsi fuori dai giochi con voci insistenti di dimissioni anche dalla Sala Rossa. E invece dopo aver sbattuto la porta ora Damilano prova a rientrare nella coalizione dalla finestra delle regionali, esercitandosi in una raffinata giravolta lessicale: “Noi eravamo usciti dalla coalizione di centrodestra, non da quell’area politica”.

L’unico punto fermo (almeno per il momento) è che Pd e alleati restano gli avversari da battere e per questo il giudizio sul sindaco Lo Russo resta “insufficiente” e poi pizzica i nervi scoperti del primo cittadino: “Mi chiedo quando finiranno queste benedette nomine che hanno impegnato l’amministrazione per un anno”. Damilano – che ha scelto la Sala Musy per la conferenza stampa del primo anno di mandato, affiancato dai consiglieri Pietro Abruzzese, Pierlucio Firrao e Silvia Damilano (manca Pino Iannò che ha lasciato il gruppo in estate, così come una decina di consiglieri eletti nelle varie circoscrizioni) – punta il dito contro certe prassi volte, a suo dire, a delegittimare l’opposizione: “Quando noi facciamo una proposta condivisa dalla maggioranza, anziché votarla il centrosinistra ne presenta una analoga a propria firma per non concederci il merito dell’iniziativa”. E poi lo schiaffo: “È venuto il momento di non vivere di giustificazioni, bisogna trovare le soluzioni, soprattutto in un periodo di difficoltà come questo. Noi non abbiamo mai fatto opposizione con polemica, ma se dobbiamo stare ai tecnicismi di una maggioranza che esercita il suo potere respingendo qualunque atto, anche se ritenuto utile, perché arriva dalle opposizioni, il nostro atteggiamento da oggi cambierà”.

E dire che proprio Damilano aveva voluto contraddistinguere la sua opposizione nel segno del fair play. Eppure la sensazione che troppo understatement rischi di far sparire dal dibattito pubblico Torino Bellissima inizia a diffondersi. Di qui la decisione di alzare i toni contro il sindaco e la sua amministrazione, la sicurezza nelle periferie, l’assenza di un progetto di marketing e comunicazione per valorizzare la città durante le Atp Finals. “Devono uscire dal palazzo – è la conclusione – il momento delle nomine spero sia finito, è ora di occuparsi della città”.

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