No legalità no (rave) party

La nuova norma che dovrebbe impedire i rave party ha avuto un curioso effetto: chi ha sempre appoggiato le restrizioni in materia di Covid ora gioca a fare il libertario, anche se sarebbe meglio dire il libertino, difendendo la libertà di organizzare rave party. Ovviamente si tratta di posizioni eminentemente strumentali per attaccare il governo sperando nei voti dei giovani. Che esista la libertà di festeggiare è indubitato e non mi pare che nessuno trovi strano le feste in discoteca o i cenoni di fine anno e così via. La ratio che pone il rave party nella totale illegalità è l’occupazione di uno spazio pubblico o privato senza averne autorizzazione. È sufficiente questo per giustificare lo sgombero.

Esperienza ci dimostra che spesso vengano vendute sostanze stupefacenti e questo è un altro reato. Qualcuno potrà anche pensare che sia legittimo drogarsi o ubriacarsi, ma la vendita di alcool e stupefacenti è sottoposto a dei divieti e non si capisce perché nel caso dei rave party non dovrebbero essere perseguiti. Un supermercato non può vendere alcolici ai minorenni, ma in un rave party è permesso? A questo punto perché multare i negozianti che vendono alcool ai minori? Perché dovrebbe essere tollerata un’area fuori dalla legge?

In questi rave party ci sono delle attività commerciali con cessione di bevande o cibo? Anche qui si multano ristoratori per un nonnulla, mentre nei rave party dovrebbe essere tollerato il mancato rispetto delle norme sulla somministrazione degli alimenti?

A questo bisogna aggiungere le fondamentali norme sulla sicurezza. Organizzare un raduno in un capannone abbandonato di cui non si conosce la stabilità non pare una cosa molto intelligente. Quando c’è tanta gente bisogna organizzare le uscite di emergenza e i percorsi per i veicoli di soccorso, ecc. Quando non succede niente, va bene, ma non sempre fila tutto liscio. Ricordiamoci le due morti in piazza San Carlo per la finale della Juventus o la tragedia del cinema Statuto nell’omonima piazza che poi ha portato la modifica delle norme sulla sicurezza dei locali pubblici all’epoca piuttosto arretrate.

Se qualcuno vuole organizzare una festa per ascoltare musica ad alto volume è liberissimo di farlo: affitta un terreno o un locale e rispetta le norme di sicurezza. Molti hanno forse trascurato il tema della sicurezza concentrandosi sulla polemica politica. Se fosse scoppiato un incendio in quel capannone cosa sarebbe successo?

Rimane il dubbio sull’utilità del decreto, perché dovrebbe essere sufficiente la violazione di una proprietà altrui per procedere allo sgombero. Vero che finora c’è stata tolleranza e probabilmente il decreto ha più lo scopo di dichiarare che non saranno più subite violazioni della legge che altro.

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