SANITÀ

Caro bollette, salasso nella Sanità. In Piemonte 100 milioni in più

Rincaro del 78% nel 2022 rispetto all'anno precedente. Tra riscaldamento ed elettricità 227 milioni. Parziale l'aiuto dello Stato. Pesa un'edilizia sanitaria datata ed energivora. Icardi: "Un aumento previsto che arriva mentre aspettiamo ancora i soldi del Covid"

Bolletta salatissima per la sanità piemontese. In un anno, dal 2021 al 2022 la spesa energetica ha subito un rincaro di un centinaio di milioni, 99,897mila euro per l’esattezza. L’anno scorso il conto per elettricità e gas è arrivato alla cifra record di 227 milioni, 168mila euro con un aumento del 78,22% rispetto al 2021 quando dalle casse regionali erano usciti 127 milioni 721mila euro. Ma le ultime bollette raggiungono cifre ancor più lontane da quelle del 2019 quando il conto era arrivato a 144 milioni, per non dire del 2022 che pur in piena emergenza pandemica non aveva superato la soglia di 130 milioni.

I dati raccolti ed elaborati da Agenas, l’Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali, confermano le previsioni, spesso sforandole, fatte quando dopo l’invasione dell’Ucraina da parte della Russia, le sanzioni a Putin scatenarono un aumento vertiginoso del prezzo del gas e, di conseguenza, anche dell’elettricità. E ha sbagliato di appena qualche centinaio di euro l’assessore regionale alla Sanità Luigi Icardi che nel marzo dello scorso anno aveva stimato proprio in cento milioni il rincaro. “L'unica strada è l'intervento del Governo, perché non possiamo certo abbassare la temperatura o spegnere le luci”, aveva detto allora.

Oggi, quasi un anno dopo, qualcosa dal Governo è arrivato, nell’ultimo riparto del fondo sanitario relativo al 2022 c’è stato un incremento di circa 1,4 miliardi che suddiviso per tutte le Regioni non copre la spesa complessiva sostenuta dal Piemonte che, tra tutte, non è certo la messa peggio, ma neppure tra quelle che accusano un minore rincaro.

Se l’aumento più elevato lo subisce l’Abruzzo con il 163%, ci sono regioni come il Veneto (59,33%) e la Lombardia (55,30) che restano ben al di sotto nella percentuale di aumento registrata dal Piemonte. Tra i motivi che hanno portato la bolletta a costare 53 euro a testa per ciascun piemontese, dal neonato al più longevo degli anziani, c’è sicuramente l’età avanzata della gran parte degli ospedali, strutture che hanno consumi energetici molto elevati e contro i quali poco possono interventi tampone, peraltro pure quelli non poco onerosi.

“I fondi aggiuntivi per compensare i maggiori costi dell’energia, certamente sono un aiuto, ma non basta – osserva Icardi – e soprattutto dobbiamo fare i conti con risorse che attendiamo da tempo, come i circa 300 milioni per l’emergenza Covid, e che continuiamo ad aspettare”. Insomma, nelle casse regionali seppur arriva un po’ di ossigeno per le bollette, fa presto ad essere consumato se altre voci di entrata restano tali, senza vede arrivare i soldi promessi dal precedente ministro. 

E a proposito di voci, sempre in base al rapporto Agenas, si scopre che a livello nazionale quelle della bolletta energetica vedono il 52% rappresentato dall’elettricità per cui si è speso 1 miliardo 677milioni), il 36 per cento dal riscaldamento con un costo complessivo di 1,165 miliardi e il restante 11,4 da altre utenze per circa 364 milioni per un totale di 3,207 miliardi rispetto al miliardo e 700milioni del 2021.

Cifre che, pur a fronte della diminuzione dei costi del gas registrata nelle ultime settimane, pongono una seria ipoteca sui conti della sanità per l’anno in corso. Ma quell’incremento che sfiora l’ottanta per cento in Piemonte, peserà moltissimo sui bilanci delle Asl, come peraltro previsto già da tempo. Non bisognerà attendere molto per vedere, nei conti consuntivi del 2022 delle aziende per scoprire quanto il caro bolletta avrà pesato e, di conseguenza, finirà per ripercuotersi anche sull’attività futura della sanità piemontese. 

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