SANITÀ

Super Asl e Direzione regionale, ultimo giro di valzer nella Sanità

Mentre FdI e Lega studiano le mosse, il Governo riapre l'elenco dei direttori generali. E in Piemonte si frena sulle procedure già avviate. Minola cerca di restare oltre il limite della pensione. Picco tra corso Regina e Azienda Zero. Un commissario ad Asti

Il gran ballo per le poltrone che contano nella sanità piemontese alterna valzer lenti a sincopate rumbe, con pure qualche tango della gelosia. E con l’eventualità per qualcuno, che nelle future nomine – da quella per la direzione regionale a quella dell’Azienda Sanitaria Zero passando per altre ancora riguardanti alcune Asl – la musica finisca lasciandolo con la scopa in mano.

La plancia di comando in corso Regina è dall’aprile del 2021, dopo le dimissioni di Fabio Aimar, affidata a Mario Minola. Il già numero uno dell’azienda ospedaliera universitaria Maggiore della Carità di Novara, è nato nel maggio del 1958. Un paio di mesi prima Nilla Pizzi al Festival di Sanremo cantava avvinta come l’edera e chissà che non c’entri pure quella coincidenza temporale nella pervicacia con cui l’attuale direttore sta cercando di restare oltre il limite dei 65 anni sulla sua poltrona, pure lui avvinto come il rampicante.

La soglia dell’età pensionabile per i grand commis regionali è ferrea e, al contrario di quanto è previsto per i direttori generali delle Asl che possono portare a termine il loro mandato, scatta proprio al sessantacinquesimo anno d’età. Tant’è che l’assessore Luigi Icardi ha già dato disposizioni alla struttura per avviare il bando con cui arrivare a una short list da cui la giunta regionale dovrà scegliere il nuovo vertice amministrativo della sanità. Un iter che va avanti, ma senza forti accelerazioni da parte di corso Regina, tantomeno dal quarantesimo piano del grattacielo, dove Alberto Cirio vuole dirimere la questione posta da Minola, a quanto risulta anche con pareri giuridici circa la possibilità di prolungare la sua permanenza. Eventualità, quest’ultima, che, tuttavia, sembra godere di scarsa condivisione da parte della burocrazia regionale. L’impressione è quella di un congedo del direttore in primavera e un suo rapido avvicendamento. Quanto semplice lo si vedrà. Per individuare difficoltà è inevitabile osservare mosse e segnali della politica, in particolare di Fratelli d’Italia che, al netto delle dichiarazioni circa capacità e competenze della figura cui affidare la direzione, non ha mai fatto mistero di voler incominciare proprio da lì (anche perché è la prima nomina in calendario) a porre fine all’“egemonia leghista sulla sanità piemontese”, evidenziata dallo stesso capogruppo meloniano a Palazzo Lascaris Paolo Bongioanni.

In primavera ci sarà anche un altro passaggio importante che influenza un’altra partita importante come quella per la guida dell’Azienda Zero. Il Governo ha stabilito, inserendo la norma nel decreto Milleproroghe, di riaprire i termini per l’inserimento degli idonei alla direzione generale delle aziende sanitarie nell’elenco nazionale e la scadenza per la presentazione delle domande è fissato al 30 aprile. Visti i tempi necessari alle verifiche è logico prevedere che il nuovo elenco sarà pronto in estate. Da qui lo stop o comunque il rallentamento del percorso avviato pochi mesi fa con la costituzione della commissione presieduta da Paolo Tofanini per valutare i candidati e fornire alla giunta una rosa da cui scegliere il direttore generale della Super Asl, attualmente guidata dal direttore generale dell’Asl Città di Torino Carlo Picco nella sua veste di commissario. 

Si riaprirà il bando per la manifestazione di interesse per la direzione di Azienda Zero, quindi è più che prevedibile una nomina alla fine dell’estate. E anche in questo caso gli intrecci con altre nomine si palesano in maniera piuttosto evidente. Picco da molti e per molte ragioni è indicato come il direttore in pectore della Super Asl che, peraltro, ha costruito e messo in funzione in questi mesi di commissariamento. Ma il manager, in quota Lega, è anche uno dei nomi che circolano con insistenza come possibile successore di Minola, anche a presidio di una postazione-chiave nella prospettiva di un assessore alla Sanità meloniano nella prossima legislatura, in caso di vittoria del centrodestra.

Se fosse Picco ad assumere la direzione regionale, la partita per la Super Asl sarebbe un ulteriore terreno di confronto e conquista politico, con l’incognita del nome. E proprio sui nomi, al di là delle dichiarazioni di maniera, nei Fratelli d’Italia si confida molto nei nuovi ingressi nell’elenco nazionale, a conferma di una non proprio affollata platea di manager nelle agende meloniane piemontesi. 

Tempi non brevi quelli che si prospettano anche per la sostituzione di Flavio Boraso al vertice dell’Asl di Asti. Il manager, cui si prospetta un ruolo nella sanità privata, avrebbe annunciato le sue dimissioni con un periodo di preavviso che consentirebbe alla Regione di nominare nel giro di un paio di mesi un commissario, sempre in attesa del nuovo elenco nazionale. Di nomi per la figura cui affidare il periodo transitorio ancora non ne circolano, ma prevale l’ipotesi di una soluzione esterna all’azienda.

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