REGOLE DEL GIOCO

"Centrodestra avanti a oltranza su Statuto e legge elettorale"

All'annunciato ostruzionismo delle opposizioni, risponde il segretario regionale di FdI Comba. "Si resti in aula tutto il tempo che serve". Il nodo dei sottosegretari e dei consiglieri supplenti. Dai meloniani un avviso alla Lega: "La determinazione va dimostrata nei fatti"

“Arriva il momento in cui bisogna saper essere anche culi di pietra”. La libera traduzione del celebre bogia nen dell’Assietta cui ricorre il segretario regionale di Fratelli d’Italia, Fabrizio Comba, è una chiamata all’oltranza da parte del centrodestra come arma per superare le barricate che le opposizioni hanno annunciato di erigere (e già lo stanno facendo) contro la nuova legge elettorale e a quelle modifiche allo Statuto regionale dove l’introduzione dei sottosegretari e dei consiglieri supplenti sono le principali innovazioni.

Quindi, onorevole Comba, se da sinistra si prepara l’ostruzionismo, da destra si deve rispondere piantando le tende a Palazzo Lascaris? 
“Prima di rispondere sul punto, una premessa non formale. Sembra che avere dei consiglieri che sostituiscono sui banchi del Consiglio i colleghi nominati assessori e avere quattro sottosegretari per materie importanti e complesse sia un mero interesse del centrodestra. Ma questa è una riforma utile per tutti. Oggi ci siamo noi, domani credo ci saremo ancora noi, ma dopodomani non è detto non ci siano loro, quindi va vista come una riforma strutturale per il sistema regionale. Non è una questione di voler più posti”.

Però questa è l’accusa che, insieme a quella relativa ai costi maggiori, viene mossa da Pd, Cinquestelle e le altre minoranze. E guardando ai numeri di oggi è difficile non vedere un possibile vantaggio, in primis per la Lega nel caso il centrodestra vinca nel 2024 con le percentuali interne uscite dalle politiche.
“Sui costi è già stato chiarito che non aumenterebbero. Sui posti, torno al ragionamento appena fatto: non si può liquidare come qualche posto in più una riforma di cui è evidente la necessità”.

Torniamo ai culi di pietra, se lei lancia questo messaggio vuol dire che non vede sufficiente determinazione nel centrodestra a tenere testa all’ostruzionismo delle minoranza, favorito dall’impossibilità di scorciatoie e da un iter più lungo e complesso per l’approvazione del testo?
“Mi sono posto una domanda: nel centrodestra siamo tutti fortemente convinti di volere questa riforma? Io sono convinto di sì e proprio per questo dico: se c’è bisogno di stare in aula sei, sette, dieci giorni, tutto il tempo che serve lo si faccia. La posta in gioco giustifica questo tour de force”.

Banale dire che sarebbe meglio trovare un accordo, un punto di caduta con le minoranze, o almeno una parte di esse, non trova?
“Ma certo, io sono sempre per gli accordi. Mi trovo meglio a giocare da regista che non da centravanti di sfondamento, però se il Pd non comprende il valore di questa riforma e pone tutto sul terreno dello scontro, allora non resta che rispondere tenendo il punto per tutto il tempo necessario”.

Domani (oggi per chi legge, ndr) alle 14 e 30 si torna a riunire la commissione, ma quanto dichiarato proprio allo Spiffero l’altro giorno dal capogruppo del Pd Raffaele Gallo, pare eliminare ogni possibilità di aprire uno spiraglio. Dunque, il centrodestra deve accontentarsi solo della doppia preferenza di genere, peraltro già prevista dalla Corte Costituzionale, dicendo addio ai sottosegretari e ai supplenti?
“Assolutamente no e credo non si debba, anche involontariamente, lasciare credere al Pd che questa sarà la conclusione inevitabile davanti al loro annunciato ostruzionismo. La nostra risposta dovrà essere quella di andare avanti ad oltranza, costi quel che costi”.

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