GLORIE NOSTRANE

Suicidio assistito, Viale sotto processo

Dopo il divorzio con Apollonio, rapporti sempre più tesi con gli altri attivisti della Lista Civica che lo ha eletto in Consiglio a Torino. "Non condivide le sue iniziative" è l'accusa. Casus belli: l'adesione alla raccolta firme dell'associazione Coscioni

Sta diventando un caso Silvio Viale all’interno della Lista Civica che lo ha eletto in Sala Rossa, coordinata dal consigliere regionale Mario Giaccone. Sono quotidiane le sue intemerate, dalla birra bevuta provocatoriamente in Consiglio e nelle Commissioni, che ogni volta manda in tilt la presidente Maria Grazia Grippo, alle sparate sul crocifisso in aula (e la sua sospetta sparizione) fino ai continui battibecchi coi colleghi della sua stessa maggioranza.

L’ultima, solo in ordine di tempo, è stata la lettera mandata dall’esponente radicale al sindaco di Torino Stefano Lo Russo, ai suoi assessori e agli altri consiglieri comunali, su carta intestata della Lista Civica, per annunciare la sua partecipazione come autenticatore alla raccolta firme regionale promossa dall’associazione Luca Coscioni sul suicidio assistito. Apriti cielo. È nota a tutti, infatti, la militanza di Viale, così come le sue posizioni sui temi etici, ma “quando vieni eletto in una lista in cui ci sono varie sensibilità, certe iniziative le devi condividere con gli altri” fanno notare i suoi compagni di viaggio.

Per correre ai ripari Giaccone è stato costretto a scrivere a sua volta una missiva a tutti gli eletti della Civica per sottolineare come l’iniziativa di Viale fosse da considerarsi a titolo strettamente personale, giacché sui temi etici c’è libertà di coscienza. Insomma, Viale non è coinquilino facile e lo sa bene Elena Apollonio che, pur di non condividere con lui lo stesso tetto (politico), si è messa in proprio, aderendo al Gruppo Misto di maggioranza. I maligni dicono per potersi finalmente sentire chiamata capogruppo, posizione che agognava dopo essere stata esclusa dalla giunta.  

Venerdì, nel quartier generale di Giaccone, in via Carlo Alberto, l’esponente radicale sarà richiamato da più parti. C’è chi la definisce una riunione chiarificatrice chi un processo. Basta che non finisce come a settembre, quando un apparentemente innocuo dibattito sul futuro del Terzo polo è finito in rossa, con Viale a menare le mani. 

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