VIALE MAZZINI

Rai Torino, fine delle trasmissioni.
Cirio e Lo Russo incalzano l'ad

Le produzioni migrano a Milano, Roma e persino Napoli. L'azienda preferisce affittare strutture esterne piuttosto che utilizzare i suoi spazi in via Verdi. L'agitazione delle maestranze. Sindaco e governatore chiedono un incontro a Fuortes "prima di subito"

L’ultima produzione “Stasera c’è Cattelan” è durata un mese per poi trasferirsi a Milano. Eppure Torino, nonostante sia stata protagonista fin dagli albori della tv italiana e potendo vantare una lunga serie di trasmissioni, soprattutto nei programmi per i ragazzi e nella divulgazione scientifica ed educativa, pare sia sempre più marginale nei piani della Rai. Le ultime scelte aziendali sembrano mostrare la mancata volontà di investimento da parte dei vertici nazionali: negli ultimi anni la produzione gravita sempre più su Milano, Roma e persino Napoli, talvolta anche con lo spostamento dei lavoratori della sede di via Verdi, sebbene in alcuni periodi gli studi lombardi e della capitale risultino occupati tanto da rendere necessario il ricorso a società e location esterne, con inevitabile aggravio di costi, come è successo con l’affitto degli spazi di Telelombardia per lo show di Roberto Bolle.

Di fronte a questa situazione che vede da tempo le maestranze sul piede di guerra, circa un migliaio tra tecnici e operatori, scendono ora in campo le principali istituzioni. Con una lettera inviata all’ad della Rai, Carlo Fuortes, il sindaco di Torino e il presidente della Regione, Stefano Lo Russo e Alberto Cirio, chiedono un incontro nel capoluogo piemontese sul futuro del centro di produzione. “Abbiamo raccolto le preoccupazioni delle Rsu e dei lavoratori sulla possibile marginalizzazione della sede di Produzione Rai di Torino rispetto ad altre sedi del nostro Paese e delle criticità che riguardano gli uffici in locazione in via Cavalli nonché l’incertezza sui locali di corso Giambone”, scrivono sindaco e governatore evidenziando che “il rischio di un ridimensionamento della Rai sul nostro territorio suscita una profonda preoccupazione anche ai livelli istituzionali, oltre che tra i lavoratori”.

Una penalizzazione che interessa il territorio nel suo complesso: “Le programmazioni della Città di Torino e della Regione Piemonte – proseguono Lo Russo e Cirio – contengono grandi progetti nazionali e internazionali e in questo contesto vediamo gli investimenti nei settori del cinema e della televisione come strumenti integrati della strategia connessa al resto del Paese in una dimensione europea volti ad attrarre, turismo, eventi culturali, ma soprattutto investimenti di imprese che possano rinvigorire il tessuto sociale ed economico come elementi fondamentali di crescita della nostra Città e della nostra Regione. Da qui l’appello ai piani alti di viale Mazzini: “Siamo convinti – sottolineano ancora – che la Rai debba e possa avere un ruolo di primo piano nello sviluppo del territorio torinese e piemontese valorizzando le consolidate esperienze e professionalità che vanno dalla Produzione Radio e Tv, al dipartimento di Ricerca, Sviluppo ed Innovazione, dall’Orchestra Sinfonica alle Direzioni amministrative e tecnologiche fino al consistente patrimonio immobiliare rappresentato dalle stesse vostre sedi”, concludono Lo Russo e Cirio.

Cosa risponderà Fuortes, impegnato nel difficile tentativo di salvare la ghirba dopo aver rifiutato il trasferimento alla direzione Maggio Fiorentino nella speranza di ottenere come buonuscita la carica di sovrintendente della Scala di Milano, posto cui l’attuale ad Rai aveva già concorso nel recente passato e che ha sempre considerato un obiettivo di carriera. Nonostante la sua appartenenza al centrosinistra – ha mosso i suoi primi passi sotto l’egida di Walter Veltroni, Luigi Zanda e Andrea Riccardi di Sant’Egidio – “Tarzan” (come lo chiamano gli amici) è pronto a prendere al volo un’altra liana e a offrirgliela pare sia addirittura Giorgia Meloni. Al termine di un paio di incontri top secret la premier gli avrebbe garantito la Scala già il giorno successivo all’approvazione del prossimo bilancio (il 24 aprile): affiancherà l’attuale sovrintendente Dominique Meyer per poi sfilargli la poltrona qualche mese più tardi. E Torino? “Prima di subito” dicono Cirio e Lo Russo alla maniera di Tonio Cartonio, personaggio della Melevisione, fortunata trasmissione che ha segnato un’epoca in via Verdi.

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