Quant'è bella la coesione istituzionale

La “coesione istituzionale” è uno slogan molto sbandierato ma assai poco praticato. Soprattutto in una fase, come quella contemporanea, dominata dalla radicalizzazione della politica e dalla polarizzazione ideologica. Del resto, sono assai pochi i momenti politici in cui, concretamente, è possibile dar vita ad un metodo che era e resta assai efficace ai fini della qualità dell’azione di governo e della stessa difesa degli interessi, legittimi e trasparenti, di un territorio.

È il caso, nello specifico, della concordia - o coesione - istituzionale tra l’attuale sindaco di Torino Stefano Lo Russo e il presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio. Certo, si tratta un metodo – politico ed istituzionale – che non sempre viene compreso e supportato dai fan dei rispettivi schieramenti. È a tutti noto che nel Pd, e nel campo della sinistra in generale, soprattutto con l’avvicinarsi del rinnovo del Consiglio Regionale del Piemonte, aumentano in modo esponenziale coloro che passano la giornata a contestare a testa bassa qualunque scelta dell’esecutivo della giunta subalpina. Come, credo, anche se forse in modo meno plateale, sul versante del centrodestra ci sono alcuni settori poco entusiasti ad esaltare questa prassi.

Comunque sia, e al di là del comportamento concreto delle rispettive tifoserie, la stagione inaugurata da Cirio e da Lo Russo, al riguardo, è quantomai importante e significativa. L’ultima occasione è stata offerta dal tema delle Olimpiadi invernali di Milano/Cortina del 2026. Ma ci sono molti altri passaggi, altrettanto significativi, che hanno scandito in questo breve arco di tempo una collaborazione istituzionale degna di nota e proficua.

Ora, senza perdersi in un esercizio di perdurante esaltazione, è indubbio che questo metodo fa bene alla politica e, soprattutto, aiuta il territorio. In questo caso, l’intero territorio torinese e piemontese. Ma quello che va maggiormente evidenziato è che il metodo della “coesione istituzionale” per centrare alcuni grandi obiettivi politici, si può tranquillamente estendere ad altri livelli istituzionali e di governo. Perché si tratta, appunto, di un metodo e, allo stesso tempo, di una maturità politica delle stesse classi dirigenti. Non a caso, i principali oppositori di questa prassi sono tutti coloro che hanno una concezione della politica ispirata ad una perenne radicalizzazione del conflitto politico. Dove, cioè, l’unico ed esclusivo obiettivo resta quello di delegittimare moralmente l’avversario/nemico e poi di annientarlo e criminalizzarlo sotto il profilo politico. Una concezione, questa, che rischia non solo di stabilizzare un sempre più insopportabile “bipolarismo selvaggio” ma anche, e soprattutto, di scivolare in una pericolosa deriva che si può tranquillamente definire come la logica degli “opposti estremismi”.

Ecco perché la “coesione istituzionale” coltivata e praticata dal sindaco di Torino Lo Russo e dal presidente della Regione Piemonte Cirio è un fatto di straordinaria importanza politica, culturale ed istituzionale. Un fatto, cioè, da non ostacolare come vorrebbero alcuni tifosi ma da esaltare come tassello fondamentale per la qualità della nostra democrazia e il rinnovamento della politica. Locale e nazionale.

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