FINANZA & POTERI

"Mi chiamo fuori dalla partita", l'allegra Compagnia di Ganelli

Con un sms a notabili e stakeholder il notaio annuncia il ritiro dai giochi per il rinnovo della fondazione San Paolo. Fa come la volpe con l'uva o è un'esca per misurare il consenso sul suo nome? Di certo è una modalità a dir poco irrituale e infatti...

“Carissimo, solo per dirti che io mi chiamo fuori dalla partita per il rinnovo della Compagnia di San Paolo”. Un sms conciso, come si conviene alle comunicazioni su Whatsapp, quello con il quale Andrea Ganelli ha voluto comunicare lo scorso weekend la sua volontà di non gareggiare per la successione di Francesco Profumo alla presidenza della fondazione bancaria torinese. La reazione dei destinatari, una cerchia ristretta ma non ristrettissima di notabili e stakeholder cittadini (compresi alcuni noti esponenti del centrodestra), è stata tra la sorpresa e l’imbarazzo.

Anzitutto per la modalità, un poco inusuale e decisamente irrituale secondo le paludate liturgie subalpine, scelta dal “notaio di sistema” per trattare un dossier tradizionalmente “maneggiato” con grande discrezione nelle segrete stanze del potere. E poi, come fa notare con una punta di veleno un insider, “non risulta che al momento qualcuno abbia fatto il suo nome, neppure informalmente”. Insomma, in campo più che una candidatura ci sarebbero solo (legittime) ambizioni, magari un tantino frustrate dalla successione degli eventi che hanno visto il “notaio Gianduia” muoversi con evidente difficoltà nei meandri del sottogoverno.

Eccentrico, al pari di un outfit così lontano dalle grisaglie sabaude, Ganelli non è nuovo con il suo modus operandi stravagante a lasciare tutti sbacaliti, come fece nella questione Iren con la famosa e incauta mail ad Assogestioni che mandò in bestia i rappresentanti degli investitori indipendenti (e all’aria la trattativa). Per stendere un velo pietoso sulla recente vicenda della Fondazione Crt in cui, a onor del vero, gran parte della responsabilità va ascritta all’inquilino di Palazzo civico. Grande sostenitore di Stefano Lo Russo nella sua ascesa alla guida della Città e uomo individuato (tra mezze smentite e qualche conferma) dallo stesso primo cittadino come esploratore in vista della successione di Giovanni Quaglia al vertice della cassaforte di via XX Settembre, per poi vestire e rapidamente svestire i panni del candidato a quella poltrona, Ganelli oggi irrompe sulla scena della Compagnia. E lo fa a suo modo.

Ma perché, si chiedono i destinatari dell’sms mettere così le mani avanti quando i tempi sono ancora dilatati e, soprattutto, quando di una candidatura del notaio non c’è traccia, se non nell’inner circle del sindaco? Forse proprio per questo, azzarda chi intravede un’intenzione diversa e opposta rispetto a quella manifestata nel messaggio. Rivendicare un ruolo di spettatore, sia pure in tribuna d’onore, auspicando una chiamata in campo. Lanciando un’esca che rischia di avere l’effetto di un sasso nello stagno? O, ancora, preso atto col fiuto e le relazioni di cui non fa difetto che sul suo nome possano esservi problemi e ostacoli, il notaio, per dirla un poco brutalmente, fa la volpe davanti all’uva?

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