GIUSTIZIA

Troppi in carcere ingiustamente,
ma il giudice non "paga" mai

Negli ultimi quattro anni lo Stato ha versato 165 milioni per risarcire le vittime di ingiusta detenzione, ma nessun magistrato ha mai risposto degli errori commessi. Nel 2022 solo un'azione disciplinare a fronte di 539 ordinanze di indennizzo. La denuncia di Costa (Azione)

L’anno scorso lo Stato ha speso oltre 27 milioni per risarcire le vittime della malagiustizia. Coloro, cioè, che hanno chiesto e ottenuto un indennizzo per aver subito una ingiusta detenzione. Per la precisioni i soldi sborsati sono stati 27.378.085 euro, tre milioni in più rispetto al 2021. Sono stati 1.229 i procedimenti che hanno portato a 539 ordinanze di risarcimento emesse dalla Corte d’Appello: nella maggior parte dei casi (76,8%) a seguito di sentenze di proscioglimento irrevocabile, nei restanti casi (23,2%) per illegittimità dell’ordinanza cautelare. Quel che stride con questi dati, però, è la quantità di azioni disciplinari nei confronti dei magistrati responsabili di questi errori: una. A segnalarlo è il deputato di Azione Enrico Costa, protagonista di numerose battaglie garantiste, ultima delle quali la legge contro il reato di abuso d’ufficio che negli anni ha portato a centinaia di indagini arrivando raramente a una sentenza di condanna.  

Sono state 81.568 le persone che hanno subito misure cautelari personali nell’anno appena trascorso. Persone, cioè, che hanno subito una qualche contrazione della propria libertà personale in via cautelativa, prima di una sentenza di condanna. Una su dieci è stata poi assolta o prosciolta con tante scuse. “La libertà personale è sacra e può essere tolta solo in casi eccezionali – dichiara Costa, che sul tema ha fatto un accesso agli atti – 44mila misure tra carcere e domiciliari in un anno dimostra come spesso venga limitata in modo burocratico. Io ho proposto due misure che spero il ministro Carlo Nordio inserisca nel suo pacchetto: Gip collegiale per gli arresti (la collegialità porta a maggiore ponderazione) e interrogatorio prima della misura privativa della libertà (per scongiurare errori). Infine sono per la non pubblicazione dell’ordinanza, che è una sentenza anticipata”.

Rispetto alla media nazionale il distretto di Torino è tra i più virtuosi: le assoluzioni tra coloro che hanno subito una restrizione cautelativa della libertà personale sono state il 6,4%, decisamente peggio Napoli che si attesta all’11,9%. Tra il 2018 e il 2022 Torino ha avuto 67 ordinanze di pagamento per risarcire altrettante ingiuste detenzioni, a Milano sono state 156, a Roma 382, a Napoli addirittura 490. A Catanzaro furono 182 solo nel 2018 quando lo Stato pagò oltre 10 milioni. Complessivamente negli ultimi quattro anni lo stato ha versato 165 milioni di risarcimenti per le vittime di ingiusta detenzione con un importo medio di 40mila euro per ordinanza.

E a fronte di questo mare magnum di risarcimenti, quanti magistrati hanno dovuto rispondere degli errori commessi? Come detto nel 2022 solo un magistrato ha subito un procedimento disciplinare finito con un “Non doversi procedere”, cioè una sorta di archiviazione. Nel 2021 ce ne sono stati tre di cui due assoluzioni e un “Non doversi procedere”. Per trovare una censura bisogna risalire al 2018.

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