ANALISI

Bilanci in rosso e servono più medici.
Sanità, diagnosi della Corte dei Conti 

Ai Pronto Soccorso del Piemonte occorrono oltre 200 urgentisti in più, un decimo della carenza del Paese. A crescere sono i saldi negativi. Le bacchettate dei magistrati contabili anche sul decreto Schillaci per la stretta sui gettonisti: "Non risolutivo"

Pronto Soccorso del Piemonte, per funzionare senza affanni per gli operatori né disagi o lunghe attese per i pazienti, avrebbero bisogno di almeno 655 medici, invece possono contare soltanto su 453. E quei 203 professionisti che mancano, ma la cifra potrebbe essere superiore vista la continua fuga di camici bianchi verso altri settori, rappresentano circa un decimo della carenza in tutto il Paese.

Dati che non fanno che confermare una situazione di estrema gravità e non meno di complicata soluzione quelli elaborati da Agenas, l’Agenzia nazionale per i servizi sanitari, su un campione di nove regioni, tra cui il Piemonte, e finiti all’interno del Rapporto sul coordinamento della finanza pubblica della Corte dei Conti. Un documento, quello della magistratura contabile, in cui radiografando la situazione e l’evoluzione degli ultimi anni viene messa ulteriormente evidenziata una serie di problemi e si spogliano da eccessivo ottimismo interventi che, seppur necessari, a giudizio della Corte appaiono ben lontani dall’essere risolutivi.

“Una carenza – scrive la Corte riferendosi ai professionisti dell’emergenza e urgenza – cui però non sembra si riesca a sopperire neanche aumentando i posti a concorso per la specializzazione specifica”. Per i magistrati contabili, “alla carenza strutturale va associata, infatti, la riduzione di interesse dei neolaureati per questa disciplina, per il maggior carico di lavoro rispetto alle altre specializzazioni, per gli orari di lavoro particolarmente pesanti, per le aggressioni aumentate negli ultimi anni e per la retribuzione considerata insoddisfacente”. E viene citato il confronto tra i posti messi a bando e quelli assegnati nel concorso di ammissione dei medici alle scuole di specializzazione per l’anno accademico 2021/2022 rilevando come “il 50 per cento di quelli relativi alla Medicina di emergenza-urgenza non sono stati assegnati, degli 866 contratti di formazione posti a concorso, ne sono stati attribuiti soltanto 441. Lo stesso fenomeno, d’altra parte – si ricorda nel documento – era stato riscontrato anche nel precedente anno accademico: su 1.077 borse per lavorare in Pronto Soccorso, ben 456, pari al 42%, erano rimaste vacanti”.

Leggi qui il Rapporto

Analisi dura, a tratti quasi spietata, quella della Corte che non manca di rimarcare come oltre la metà delle Regioni abbia i bilanci in rosso, con un disavanzo complessivo che sfiora il miliardo e mezzo. “Nel 2022 i risultati di esercizio presentano un netto peggioramento – rilevano i magistrati della Corte – le perdite crescono”. E i dati contenuti nel rapporto per lo scorso anno attestano, tra spese e entrate, un rosso per il Piemonte di 21 milioni. Aumenta anche la spesa procapite che sempre riferita al sistema sanitario piemontese passa dai 2.020 euro del 2019 ai 2.224 dello scorso anno. Si riduce, invece, il saldo pur restando decisamente negativo tra mobilità attiva e passiva. Tra il denaro pagato da altre Regioni per le cure prestate a non residenti in Piemonte e quello sborsato per prestazioni fornite da strutture oltre i confini, ballano ancora 8 milioni, confermando di fatto il disavanzo dell’anno precedente, ma abbassandolo parecchio rispetto ai 20 milioni del 2020.

Al vaglio della Corte non solo il ricorso crescente alle cooperative “con costi decisamente più alti rispetto alle retribuzioni pubbliche”, ma in un certo senso anche il decreto con cui il ministro della Salute Orazio Schillaci ha cercato di porre un freno a questo fenomeno, con tutti i risvolti negativi di una limitazione forte senza fornire alle Regioni e alle Asl una valida alternativa: “Non appare, ad un primo esame, risolutivo”.

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