LA SACRA RUOTA

Stellantis, ora tutti a bordo. Tavolo unico sull'automotive

Strategia comune di Regioni e Governo per evitare trattative separate su finanziamenti e incentivi. L'Italia continua a essere penalizzata rispetto alla Francia (dove si producono il doppio delle vetture). Il dossier entro fine luglio. Cirio: "Un gioco di squadra"

Un piano nazionale sull’auto. Un tavolo permanente tra Governo e Regioni per fissare strategie e trattare da posizione di forza con Stellantis. Questo è il punto di partenza condiviso ieri dal ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso e i rappresentanti di Piemonte, Emilia-Romagna, Abruzzo, Sicilia, Campania e Molise, cioè le Regioni che ospitano stabilimenti produttivi del gruppo italo-francese. “Nasce oggi davvero la squadra Italia per l’automotive, perché, grazie al ministro Urso, per la prima volta, le Regioni sono coinvolte nella definizione delle politiche nazionali sull’auto, in modo da fare fronte comune sulle sfide dei mercati” esulta il governatore del Piemonte Alberto Cirio.

Dai dati, infatti, emerge chiaramente come l’Italia continui a essere penalizzata nei rapporti con la Francia. Basti pensare che mentre in Italia sono 473mila le auto prodotte dal gruppo Stellantis nell’ultimo anno, Oltralpe sono un milione, più del doppio. Anche gli incentivi sull’acquisto, che per decenni hanno rappresentato un contributo mascherato per Fiat, ormai finiscono per premiare soprattutto i concorrenti. Le stime sono che ogni 5mila euro elargiti dallo Stato solo 1.000 sono destinati a vetture prodotte in Italia. Serve cambiare strategia e per farlo il Governo di Giorgia Meloni ha deciso di mettere attorno a un tavolo tutti i governatori che hanno un insediamento produttivo sul proprio territorio. “Questo – aggiunge Cirio – ci permette da una parte di unire ai sostegni che lo Stato mette in campo, sia in termini di incentivi e sia in termini di produzione, quelli che ogni Regione dà e può dare. Dall’altra parte, ci consente di essere più forti nel chiedere all’industria automobilistica l’impegno per il mantenimento e l’incremento dei livelli produttivi”. Una trattativa che “vede Stellantis come principale interlocutore, ma è aperta a chiunque voglia investire nell’auto in Italia”.

Finora ogni territorio ha trattato singolarmente con Carlos Tavares, senza una regia nazionale, ponendosi addirittura in competizione l’una con l’altra mentre il grosso della produzione rimaneva in Francia. Lo stesso piano per la trasformazione Mirafiori, esito di una negoziazione tra i vertici del gruppo e le istituzioni locali (con il governatore piemontese affiancato al sindaco di Torino Stefano Lo Russo) sconta una debolezza contrattuale. Un gioco, quello di Stellantis, abile a trattare su più tavoli che avvantaggia principlamente l’azienda. Di qui la decisione del governo di entrare in questa partita senza escludere, al momento, l’ipotesi di un ingresso diretto dello Stato italiano nel capitale di Stellantis. Oggi infatti è pur vero che Exor, la finanziaria di casa Agnelli, detiene la maggioranza relativa con il 14% delle azioni, ma a dare le carte sono i francesi che al momento della nascita del gruppo hanno indicato il ceo (e cinque dei dieci componenti del cda). La famiglia Peugeot ha in mano il 7,2% delle quote (con l’opzione di salire fino all’8,5%), lo stato francese il 6,2%. Il tavolo si aggiornerà il 28 luglio, data entro la quale i governatori saranno chiamati a redigere i rispettivi dossier. 

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