FINANZA & POTERI

Profumo stacca un mega assegno, saluta l'Acri e si prepara per Cdp

Malgrado un anno difficile, le fondazioni hanno aumentato le erogazioni: 962,2 milioni di euro (+5,3%). Il rapporto annuale prima di lasciare l'associazione, ma l'ex rettore del Politecnico non intende affatto andare in pensione. Lasciata la Compagnia...

Malgrado un 2022 di mercati finanziari negativi, le fondazioni di origine bancaria hanno aumentato le erogazioni di cui un terzo destinato al welfare grazie ai fondi di stabilizzazione previsti negli anni precedenti e alla riduzione della tassazione sui dividendi. Il ventottesimo rapporto annuale approvato dal consiglio dell’Acri (che presenta i dati aggregati dai bilanci 2022) vede l’attività erogativa salire a 962,2 milioni di euro (+5,3%). Le erogazioni destinate al welfare a 332,3 milioni di euro (34% del totale). E altri dati lusinghieri: patrimonio contabile complessivo 40,6 miliardi di euro (+0,8%); proventi finanziari 1.424,9 milioni di euro (-37,8%); redditività lorda del patrimonio 3,5% (era il 5,7% nel 2021); avanzo di esercizio 906,6 milioni di euro (-46,4%).

«A fronte di un andamento decisamente negativo dei mercati finanziari, determinato da uno scenario di policrisi, caratterizzato da pandemia, guerra, crisi energetica e inflazione – ha dichiarato Francesco Profumo, presidente di Acri –, le Fondazioni di origine bancaria sono riuscite a mantenere inalterato il flusso delle loro erogazioni sui territori, registrando, anzi un leggero incremento. Questo si deve alla modalità operativa ormai diffusa tra gli enti di prevedere la dimensione dell’attività istituzionale dell’anno sulla base dei rendimenti dei dodici mesi precedenti. Questo approccio “anticiclico”, coniugato con i cospicui fondi di stabilizzazione e con l’accantonamento derivato dalla riduzione dell’imponibile sui dividendi, permette di garantire un supporto finanziario costante alle tante progettualità socio-culturali attive sui territori».

Per l’attuale presidente di Compagnia San Paolo sono gli ultimi mesi alla guida delle fondazioni italiane, incarico che ricopre dal 21 maggio 2019 quando rilevò lo scettro dalle mani di Giuseppe Guzzetti, che di Acri è stato per vent’anni indiscusso padre padrone. Con la sua uscita da corso Vittorio Emanuele, la primavera del prossimo anno in concomitanza con il rinnovo degli organi, Profumo perderà anche la poltrona in via del Corso su cui hanno puntato gli occhi in molti, a cominciare dai due nuovi presidenti di Cariplo (Giovanni Azzone) e di Crt (Fabrizio Palenzona). All’ex rettore e ministro di Monti, come noto, non dispiacerebbe accomodarsi alla testa di Cassa depositi e prestiti, con l’attuale Governo sempre più motore dell’economia “sociale” tricolore, di cui Acri indica la presidenza. Giovanni Gorno Tempini, seppur riconfermato recentemente (poco più di un anno fa), sarebbe entrato nel mirino del centrodestra, principalmente per la sua presenza nel consiglio d’amministrazione di Tim con connessi potenziali conflitti di intesse. Sarà questa la buonuscita per Profumo?

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