POLITICA & SANITÀ

Sanità, approvato il riparto 2023.
"Ma questi soldi non bastano"

Per l'anno in corso poco più di 128 miliardi e Fedriga (Conferenza delle Regioni) avverte: "Spese sottostimate, servono altre risorse". Con 20 miliardi la Lombardia fa la parte del leone, al Piemonte meno di 9 miliardi. Scende la parte per i rincari energetici - DOCUMENTO

Le Regioni approvano il riparto del Fondo Sanitario Nazionale per l’anno in corso, ma per bocca del presidente della Conferenza Massimiliano Fedriga avvertono che quei poco più di 120 miliardi non bastano ed evidenziano “una sottostima del Fondo dovuta anche ai maggiori costi dell’energia, che auspichiamo si recuperi nel corso dell’anno, così come la definizione di nuovi criteri per la ripartizione del fabbisogno sanitario nazionale standard”.

La somma complessiva delle risorse con cui ciascuna Regione dovrà far funzionare il proprio sistema sanitario ammonta a 128 miliardi e 869 milioni di euro e comprende anche la quota energia, di 1 miliardo e 400 milioni introdotta per fronteggiare i rincari. Quota anch’essa giudicata insufficiente. "Sono fondamentali ulteriori risorse economiche per il 2023 – aggiunge il presidente della Conferenza delle Regioni – tenendo conto che le programmazioni regionali evidenziano una sottostima rispetto al reale fabbisogno. Quindi auspichiamo che il governo introduca nei prossimi provvedimenti legislativi lo stanziamento delle risorse necessarie per il fabbisogno di personale e gli oneri contrattuali, inflattivi ed energetici”. Fedriga sottolinea come “per il 2024 è quindi necessario garantire la sostenibilità dei bilanci regionali e già da ora bisogna avviare il confronto per una integrazione delle risorse disponibili a legislazione vigente”.

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Al momento, comunque, i soldi disponibili sono questi. Non molto di più rispetto allo scorso anno, tenuto conto non solo dei rincari ma anche delle ulteriori spese per la carenza di personale, quando il fondo ammontava a 125,9 miliardi. Al Piemonte in base allo schema predisposto, dopo non facili trattative, dalle Regioni spettano 8.849.572.156 cui vanno aggiunti 16.973.039 di quota premiale e 112.524.920 di quota energia. Un incremento quasi impercettibile rispetto al 2022 quando, dopo estenuanti trattative che portarono l’approvazione del riparto ai primi di dicembre, l’assessore Luigi Icardi riuscì a spuntare in incremento di 240 milioni rispetto all’anno precedente per un totale di 8,648 miliardi. Sempre nel 2022 la quota energia era stata superiore (117 milioni) rispetto a quella disponibile per l’anno in corso. La magra consolazione sta nell’aver raggiunto l’accordo senza arrivare agli sgoccioli come l’anno scorso. Un obiettivo raggiunto “con grande senso di responsabilità – sottolinea Fedriga – e dimostrando unità istituzionale”. Il resto, da qui in avanti, è tutta salita. Incominciando dall'ardua impresa di far quadrare i bilanci preventivi delle Asl che, in Piemonte, sono ancora al vaglio degli uffici dell'assessorato e della direzione regionale. Ormai da mesi, segno della evidente difficoltà, se non impossibilità, di chiuderli in pareggio.

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