CENTRODESTRA

Il Capitano sta col generale
(ma nel mirino c'è Meloni)

Siamo alle solite, per Salvini ogni occasione è buona per marcare la distanza dalla premier. E se lei tace sul caso di Vannacci (lasciando parlare quelli della fiamma magica), lui lo difende e fa sapere di una "molto cordiale" telefonata con l'alto ufficiale

Oggi c’è stata una telefonata, “molto cordiale”, tra il vicepremier e ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Matteo Salvini e il generale Roberto Vannacci. A renderlo noto sono “fonti della Lega”, dando così alla circostanza un preciso significato politico. Il Capitano, insomma, nel bailamme che ha accompagnato l’uscita del libro dell’alto ufficiale pare voglia approfittare dei contrasti interni al partito di Giorgia Meloni per lanciare segnali di apertura a destra. L’occhio è ovviamente puntato a giugno del 2024, alle urne europee, e all’esigenza di rosicchiare fette di elettorato deluso dalla svolta governista del principale alleato. Quindi ogni occasione è buona per differenziarsi, marcare una posizione autonoma, anche a costo di spostare più a destra il baricentro del Carroccio.

“Il generale Vannacci è stato additato come un pericolo – ha detto Salvini durante una diretta sui suoi canali social –. Ma io me lo comprerò questo libro, perché prima di commentare e giudicare è giusto conoscere e capire. Leggerò il libro di questo generale che ha fatto missioni in Somalia, in Iraq, in Afghanistan, che ha salvato vite, che ha difeso la patria, il paese, la bandiera, i nostri ragazzi, che fece delle denunce sull’uranio impoverito che tanto male ha fatto a tanti militari. Mi rifiuto di pensare che in Italia esista un Grande fratello che ti dice: questo lo puoi leggere e questo non lo puoi leggere”.

Quindi nessuna condanna preventiva, tanto meno per le opinioni espresse. “Il generale va giudicato per quello che fa in servizio, poi se scrive qualcosa che non ha niente a che fare con i segreti di Stato o il suo lavoro, ma esprime i suoi pensieri penso che abbia tutto il dovere e il diritto di farlo. Mi cercherò qualche ora per leggere quello che molti, a cominciare da alcuni giornalisti di sinistra, hanno commentato e condannato senza averlo letto tutto. Si legge, poi potrò essere d’accordo, in disaccordo, parzialmente d’accordo però la condanna al rogo a mo' di Giordano Bruno nell’Italia moderna e solidale del 2023 non mi sembra assolutamente ragionevole”. 

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