ECONOMIA DOMESTICA

Caselle fatica a prendere il volo

La società che gestisce lo scalo nega che vi sia un disimpegno di Ryanair ma le rotte tagliate sono un fatto. L'ad di Sagat Andorno: "Siamo tra gli aeroporti che sono cresciuti di più subito e ora ci stiamo assestando". Ma basta per sostenere il rilancio economico della città?

Caselle perde quota o risale? È quanto si chiede chi in questi giorni legge dichiarazioni contrastanti sulla situazione e le prospettive dell’aeroporto di Torino da parte di Sagat (la società che gestisce Caselle), istituzioni regionali e Fly Torino, un’associazione indipendente di viaggiatori che sostiene lo scalo subalpino, spronandolo senza risparmiare critiche.

È stata proprio Fly Torino a rendere noto il taglio di otto rotte per la stagione invernale, poi diventate nove, che vuol dire niente collegamenti con l’Est Europa, avendo tagliato tutte le rotte per Polonia, Repubblica Ceca e in passato l’Ungheria. Il traffico nel mercato Italia a luglio è cresciuto del +12.7% rispetto al 2022, a Caselle invece è calato del -2.7%, cosa che lo rende “l’unico scalo col segno meno tra i primi 20 aeroporti italiani”. Sono prospettive a tinte fosche quelle tratteggiate da Fly Torino, visto anche che Caselle arriva da un’estate sottotono, dove “sono saltate destinazioni storiche come Creta, Maiorca, Bacau e Pantelleria”.

Dall’altra parte c’è la versione dell’ad di Sagat Andrea Andorno, che ammette il taglio delle rotte invernali ma chiede ragionevolezza: “Siamo tra gli aeroporti che sono cresciuti di più subito e ora ci stiamo assestando. Non è che si possa raddoppiare ogni anno, c’è una consolidazione”. In effetti, rispetto al 2019 Caselle conta il 20,4% di passeggeri in più. Non è l’unico scalo italiano a vantare una crescita simile, ma va ricordato che i livelli pre-Covid non sono ancora stati raggiunti né da Malpensa né da Fiumicino, il primo aeroporto del Paese con 4,2 milioni di passeggeri questo luglio. Lo stesso numero di viaggiatori che Caselle nel 2022 ha raggiunto in un anno, ma Andorno spera di batterlo e di “chiudere il 2023 con un numero record di passeggeri”.

Sia Sagat sia la Regione Piemonte assicurano che non c’è nessun disimpegno di Ryanair. L’assessora al Turismo Vittoria Poggio afferma che la compagnia irlandese prevede “per i charter invernali un aumento del 20% rispetto alla stagione Winter 2022/2023”, oltre a rivendicare l’impegno della giunta di Alberto Cirio verso l’aeroporto, sostanziato in 400mila euro per le azioni di co-marketing e altri 100mila per la “lounge Piemonte”, la sala d’attesa Vip di Caselle.

Restano però nodi irrisolti sulle singole tratte: per Fly ci saranno tagli sulle rotte per Catania, mentre da Sagat spiegano come Ryanair abbia deciso di aumentarli di sette voli a settimana. Al di là delle singole tratte, da Torino arrivano velate accuse di favoritismo verso Malpensa, l’altro scalo (insieme a Caselle) gestito nel Nordovest da F2i. Non è strano per i piemontesi usare quello scalo o addirittura Orio al Serio, aeroporto bergamasco terzo in Italia per utenti. Caselle è quindicesimo, e guardando alla classifica insegue da lontano scali di città italiane che di abitanti, rispetto a Torino, ne hanno meno della metà. È questo il problema di fondo da leggere dietro le lamentele di Fly. Basta leggere il sito del suo presidente, Valentino Magazzù, dove si chiede il perché della presenza di “un aeroporto così periferico per la terza città più ricca d’Italia”.

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