VERSO IL 2024

Bene, bravo, Cirio verso il bis

Via libera sul suo nome (e quello di Marsilio in Abruzzo) al vertice della coalizione. A questo punto l'annuncio della ricandidatura sembra poco più di una formalità. A meno che a partire dalla Sardegna nel centrodestra si apra il solito casino

Si è partito dai bis senza problemi: via libera al Piemonte per Alberto Cirio (Forza Italia) e a Marco Marsilio in Abruzzo (Fratelli d’Italia). Due nomi su cui “non c’è stata discussione”, anche se l’ultima parola spetterà ai leader e, soprattutto, a Giorgia Meloni. Il clima, certo, è di “piena collaborazione” e la promessa è di quelle solenni: evitare di presentare all’esterno l’immagine di una coalizione divisa o peggio ancora litigiosa. Eppure, nel corso del primo vertice ufficiale – in verità uno ufficioso si era già svolto prima della pausa ferragostana – convocato lunedì scorso per fare il punto sulle candidature alle Regionali del 2024 le frizioni interne al centrodestra non sono mancate. A partire dal metodo – quello di non mettere in discussione i governatori uscenti – fortemente contestato da Fratelli d’Italia. Il partito della Meloni, rappresentato all’incontro dai due plenipotenziari, il responsabile dell’organizzazione Giovanni Donzelli e dal ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida, ha espresso più di una riserva su Christian Solinas. Il presidente della Sardegna, quota Lega in virtù del patto con il Partito sardo d’azione, viene infatti giudicato “a rischio trombatura”. E non solo dai meloniani che non vogliono macchiare con una sconfitta – che sarebbe la prima dopo il trionfale successo delle politiche – la marcia verso le europee. La Sardegna, infatti, per la sua natura di regione autonoma va al voto a febbraio, una scadenza che difficilmente può essere procrastinata. Da qui il tentativo di cambiare il cavallo, anche a costo di suscitare le ire di Matteo Salvini.

Riserve ci sarebbero pure su Vito Bardi, attuale governatore di Forza Italia della Basilicata, che vorrebbe ricandidarsi, ma giudicato troppo “debole” soprattutto di fronte alla concreta ipotesi che il fronte avversario possa presentare un’alternativa unitaria Pd-M5s.

E così, mentre dai partiti si smentiscono non solo i dissidi ma persino che si sia parlato di nomi, da via della Scrofa, quartier generale di FdI, è partito l’ordine alla periferia dell’impero di “svolgere delle istruttorie sui territori” anche al fine di “valutare” l’estensione del perimetro della coalizione a liste civiche e a quelle legate ai presidenti uscenti.

A questo punto, un bis di Cirio pare scontato, poco più che una formalità l’annuncio “che potrebbe avvenire prima del previsto”, riferisce un insider di FdI, anche per sgombrare il campo dalle troppe voci sui candidati alle europee e togliere dal tavolo un potenziale concorrente in grado di scoraggiare alcune “disponibilità” utili se non a vincere di certo a incrementare il bottino di preferenze. Entro fine mese dalla nuova convocazione del tavolo potrebbe arrivare l’ufficialità. Chissà.

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