LA SACRA RUOTA

Prima le italiane. Stop alla Cina. Piano "sovranista" sull'auto

Finora l'80% degli incentivi sono stati utilizzati per acquistare modelli stranieri. Il Governo sta studiando un modo per sbarrare la concorrenza di Pechino, più a basso costo. Il ministro Urso copia la Francia che tiene conto di tutto il ciclo produttivo

Il governo italiano sta valutando nuovi incentivi per l’acquisto di automobili che tengano conto delle emissioni di carbonio in tutto il processo di produzione e distribuzione, in modo da proteggere la propria industria dalle importazioni cinesi. Lo hanno riferito oggi a Reuters due fonti vicine alla questione

Il piano, ispirato a quello adottato in Francia il mese scorso, potrebbe scoraggiare l’acquisto di auto elettriche (Ev) di fabbricazione cinese, le cui importazioni sono in aumento in Europa grazie ai prezzi più bassi di quelle prodotte dalle case automobilistiche locali. L’esecutivo considera lo schema di incentivi francese “ragionevole”, ha detto una delle fonti, aggiungendo che il governo sta studiando un'opzione simile. La seconda fonte ha confermato che l’Italia è interessata a seguire l’approccio della Francia.

Mentre normalmente gli incentivi sono legati al solo livello di emissione dei veicoli, lo schema francese prevede un approccio più completo che valuta le auto secondo soglie prefissate di quantità di energia utilizzata in tutto il ciclo produttivo e di distribuzione, dall’assemblaggio al trasporto, nonché relativa al tipo di batterie. Le regole di concorrenza Ue non consentono ai singoli paesi di favorire i produttori nazionali. Tuttavia, è probabile che i criteri fissati in Francia rendano le auto cinesi non idonee ai bonus, poiché l’industria automobilistica del gigante asiatico è in gran parte alimentata dall’elettricità prodotta dal carbone, e il trasporto è effettuato via nave.

 

Parigi ha affermato che i criteri adottati sono conformi alle regole dell’Omc, che permettono esenzioni per motivi sanitari e ambientali. Roma punta ad un piano a ampio raggio di lungo termine per l’industria automobilistica con tutti i gruppi nazionali interessati, tra cui Stellantis, l’unica grande casa automobilistica italiana, con il governo che spinge per riportare la produzione annuale nel paese a un milione di veicoli. I colloqui, che dovrebbero protrarsi fino alla fine di quest’anno, includono nuovi schemi di incentivi in Italia. Il mese scorso il ministro dell’Industria Adolfo Urso ha detto che gli italiani hanno utilizzato l’80% degli incentivi per acquistare veicoli prodotti all’estero e che una revisione del quadro degli incentivi dovrebbe sostenere sia il passaggio a veicoli più sostenibili dal punto di vista ambientale sia la produzione automobilistica nazionale.

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