INNOVAZIONE

Intelligenza artificiale, da Roma input a Torino: "Sarà centrale"

Alla trilaterale con Francia e Germania il ministro Urso conferma: tra poche settimane partirà il Centro sotto la Mole. Servono poche norme e chiare, una regolamentazione eccessiva frenerebbe l'innovazione. Prossimo vertice a Parigi

“L’Italia è sulla strada dell’innovazione digitale e dell’intelligenza artificiale” e tra poche settimane si insedierà a Torino la Fondazione nazionale italiana sull’IA. Parola di Adolfo Urso, ministro delle Imprese e del made in Italy, durante la conferenza stampa per la seconda riunione trilaterale a Roma tra Italia, Germania e Francia sulla transizione digitale. L’incontro, il secondo dopo quello di Berlino, si è svolto a Palazzo Piacentini, è un ulteriore tassello del coordinamento tra i Paesi in tema di politica industriale. La trilaterale di Roma ha avuto ad oggetto la transizione digitale e l’intelligenza artificiale. Con il padrone di casa Urso, erano presenti il vicecancelliere e ministro dell’Economia e dell’Azione per il clima tedesco, Robert Habeck e il ministro dell’Economia delle Finanze e della Sovranità Industriale e Digitale francese, Bruno Le Maire.

“Siamo impegnati per definire il quadro normativo”, che interagirà con il regolamento Ue. L’Italia segue “una strada in sintonia con gli altri grandi d’Europa sul tema”, ha detto Urso. È “importante e significativo” che proprio in questo momento i tre ministri dell’Industria di Italia, Germania e Francia si uniscano qui a Roma “per dare un segnale di unità alla nostra Europa sulla strada che deve percorrere insieme per vincere la sfida del futuro”, ha aggiunto il ministro. Secondo Urso, quest’incontro avviene “proprio in un momento in cui siamo tutti consapevoli di quanto difficile sia la situazione se non torna la ragione”. In questo senso anche “la prossima presidenza italiana del G7” sarà “uno snodo significativo”, ha aggiunto Urso. L’Italia “è su questa strada consapevolmente. Stiamo realizzando un quadro normativo che aiuti l’innovazione, che acceleri sulla strada dell’intelligenza artificiale e che sarà in sintonia con quello che decideremo in sede europee”, ha affermato ricordando che “tra poche settimane si insedierà a Torino la Fondazione sull'intelligenza artificiale”, che servirà anche a “determinare la strada della comune casa europea”.

“L’Europa deve avere una padronanza rispetto al tema dell’intelligenza artificiale – ha commentato il ministro francese Le Maire –. Dobbiamo inserire in questa tecnologia il concetto di verità e menzogna, e dobbiamo essere i primi a farlo”. Riunioni trilaterali come quella odierna a Roma “tra i rappresentanti delle prime tre economie europee” sono importanti, e a Parigi nel gennaio 2024 ci sarà un terzo incontro, ha aggiunto il ministro d’Oltralpe.

L’idea di candidare Torino come sede del Centro per l’intelligenza artificiale fu di don Luca Peyron, direttore del Servizio diocesano per l’Apostolato digitale. Era la primavera del 2020 e quel progetto da allora è andato avanti tra mille stop and go. Il 4 settembre di quell’anno arriva l’annuncio dell’allora premier Giuseppe Conte: Torino sarà la sede dell’I3A che conterà a regime su un organico di circa 600 persone e un budget annuo di 80 milioni di euro. Il centro si pone un duplice obiettivo: da un lato diventare un punto di riferimento per lo sviluppo dell’intelligenza artificiale in Italia, dall’altro attrarre talenti internazionali. L’assegnazione a Torino dell’istituto è contenuta nel decreto legge del 25 maggio 2021 (articolo 62bis), ma per più di un anno resta sulla carta. Nel giugno del 2022 si riparte. L’allora ministro dell’Economia Daniele Franco firma il decreto di nomina del Comitato di coordinamento. L’organismo è composto da tre membri e presieduto dal dirigente generale del Tesoro Filippo Giansante. Da allora un altro anno di attesa fino all’accelerazione del ministro Urso che ha rilanciato il progetto durante l’inaugurazione dell’anno accademico al Politecnico di Torino. 

 

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