FINANZA & POTERI

Lettere di San Paolo in Compagnia. Profumo accelera la successione

Inviata la missiva agli enti per la designazione del Consiglio Generale della fondazione, "da effettuarsi al più tardi entro 90 giorni dalla data dell’invito". Il presidente uscente punta alla poltrona di Gros-Pietro in banca Intesa ma ha bisogno di un anno di "quarantena"

Caro grande elettore ti scrivo, così accelero un po’. Lungi dal distrarsi dal suo obiettivo, anzi procedendo sempre più deciso a entrare in banca, non da cliente ma da presidente di Intesa Sanpaolo, Francesco Profumo ha spedito a tutti gli enti che partecipano alla designazione del Consiglio Generale della Compagnia di San Paolo la lettera con l’invito a produrre le candidature. Soprattutto, dettando i tempi della procedura.

Tempi che per l’attuale numero uno della fondazione di corso Vittorio Emanuele sono cruciali proprio in vista del suo trasferimento al vertice dell’istituto di credito di cui la Compagnia con il 6,5% delle azioni è il principale azionista istituzionale. Come ampiamente preannunciato dallo Spiffero, l’ex ministro del Governo col loden ha bisogno di far trascorrere i dodici mesi di freezing dalla sua uscita dalla Compagnia prima di poter entrare nella banca, accolto a braccia aperte del potentissimo Ceo Carlo Messina, ben felice di avere un presidente di alto profilo, ma soprattutto che non gli sia minimamente di intralcio.

Insomma, si spiega, o meglio si conferma la decisione di Profumo di garantirsi l’indispensabile quarantena accelerando l’iter con l’invio degli inviti agli enti deputati a indicare i nomi dei candidati alla nomina a consigliere, prodromica all’elezione del presidente della fondazione stessa la cui indicazione spetta, per prassi consolidata, al Comune di Torino. “Lo statuto della Fondazione dispone che, almeno 90 giorni prima della scadenza del mandato del Consiglio Generale, con l’approvazione del bilancio d’esercizio 2023 – scrive Profumo – il presidente inviti gli enti a formulare le designazioni di competenza, da effettuarsi al più tardi entro 90 giorni dalla data dell’invito”. E la data di invio che Profumo anticipa ai destinatari è quella “del prossimo mese di dicembre”, quindi entro i primi di marzo le indicazioni dovranno essere in corso Vittorio Emanuele. “Le anticipo il seguente calendario affinché Lei possa, se ritiene, dare inizio fin d’ora alla procedura”, scrive ancora il presidente uscente, con un messaggio poi non troppo subliminale di esortazione a fare in fretta, possibilmente senza aspettare la primavera. Entro aprile del 2025, lui lo sa bene, deve essere nelle condizioni di poter assumere la presidenza della banca, senza incorrere nella tagliola della quarantena che altrimenti, seguendo i tempi canonici, rischierebbe di scattare. E a quel punto, sussurrano nel suo inner circle, non gli resterebbe che dimettersi, ponendo fine di qualche settimana prima della scadenza al suo mandato.

Un’anticipazione, anche solo di qualche settimana, dalla quale non soltanto dipende la futura poltrona dell’ex rettore del Politecnico le cui possibilità di approdare al vertice di Cassa Depositi e Prestiti sembrano sfumare ogni giorno di più, ma che produrrà i suoi effetti anche sul percorso verso la scelta del successore dello stesso Profumo. A conferma di ciò, dopo l’incontro del presidente della Regione Alberto Cirio con Messina, proprio nei prossimi giorni è in agenda un analogo faccia a faccia del Ceo con il sindaco di Torino Stefano Lo Russo. Al momento e senza che per ora si intravvedano non escludibili sorprese, è un duello tra professori quello che si prospetta per la presidenza della Compagnia, con in campo il quasi ex rettore del Politecnico Guido Saracco e l’economista, torinese di nascita ma milanese di adozione, Giorgio Barba Navaretti, zio di John Elkann. Una scelta, quella tra i due, che inevitabilmente dovrà seguire l’accelerazione dei tempi imposta da Profumo, fermamente deciso a entrare in banca scongiurando il rischio di restare fuori dalla porta di Ca’ de Sass per qualche giorno di ritardo.