TRAVAGLI DEMOCRATICI

Pacco, doppio pacco e contro-paccotto, ora il Pd teme la fregatura di Conte

Incassata la Sardegna, il leader dei Cinquestelle fa melina sul Piemonte. Nazareno in apprensione mentre nell'entourage di Schlein c'è chi paventa il bis della Sicilia. A Torino restano in campo Valle e Gribaudo (e la base inizia a sbuffare). Ipotesi civica

E se il baratto si rivelasse una fregatura? Nel Pd si racconta di una Elly Schlein coi nervi a fior di pelle per come si stanno mettendo le trattative con il Movimento 5 stelle sulle regionali. Per settimane si è prospettato uno scambio nel perimetro dell’antico regno di Vittorio Emanuele: la Sardegna a Giuseppe Conte, il Piemonte ai dem. Campo largo e pensiero lungo per fronteggiare “la peggiore destra di sempre” (per quanto la sinistra non è che stia meglio). Epperò il fu avvocato del popolo dopo essersi preso l’isola – unica regione in cui l’opposizione a Giorgia Meloni pare essere favorita – ora tergiversa. Vaneggia di convergenze sul programma, ipotizza confronti nel merito, insomma prende tempo. Il calendario elettorale, in fondo, lo avvantaggia giacché nell'isola si vota tra fine febbraio e marzo, in Piemonte invece oltre tre mesi dopo. Prima si chiude una partita e poi se ne apre un’altra, anzi a dirla tutta lo scambio con la Sardegna potrebbe avvenire con il Comune di Firenze dove il Pd teme le incursioni di Matteo Renzi e ha chiesto appoggio ai grillini. Tanto per mettere un po’ di zizzania Conte ha gettato nella mischia il professor Tomaso Montanari, che spianerebbe la strada al candidato dell’ex premier e soprattutto provocherebbe un travaso di bile a mezzo Pd.

“A che gioco sta giocando?”. Al Nazareno, dove il tortellino magico è impegnato pancia a terra a organizzare la manifestazione di sabato, cresce il nervosismo verso l’alleato (si fa per dire). “Ci siamo dilaniati per consentire ad Alessandra Todde di avere il più ampio fronte possibile in Sardegna e ora rischiamo di ritrovarci con un pugno di mosche in mano” sono i commenti che si registrano nel quartier generale di Schlein, ultimamente preso a cannonate persino dall’Unità. C’è chi evoca addirittura la Sicilia, regione in cui lo statista di Volturara Appula prima ha partecipato con un suo candidato alle primarie e poi, dopo aver perso, ha sciolto l’alleanza ed è andato da solo. Un voltafaccia che ancora ricordano a Roma e che lasciò “esterrefatto” Enrico Letta.

Intanto il Piemonte è caduto in uno stato di torpore indotto dopo l’altolà imposto da Davide Baruffi e Igor Taruffi, i due guardaspalle di Schlein che hanno spento il motore alla macchina delle primarie che il segretario Mimmo Rossi aveva appena acceso. “Ci dicano solo cosa intendono fare e per quanto tempo ci lasceranno qui a bagnomaria” sbotta uno dei tanti militanti che hanno mal vissuto l’ingerenza romana. “In Sardegna almeno hanno fatto votare la direzione, mi chiedo se qui prima o poi interpelleranno anche noi” prosegue riservando più di una velata critica al duo Taruffi-Baruffi, premiata coppia da avanspettacolo di una politica ridotta a Bagaglino. Questo è il clima a Torino: e se all’inizio una certa indisposizione era palpabile soprattutto nell’area bonacciniana che sostiene il consigliere regionale Daniele Valle, ora il malcontento si è esteso anche all’altra fazione, quella che fa capo alla segretaria, guidata dalle amazzoni della sinistra Chiara Gribaudo e Anna Rossomando. La vicepresidente del partito è stata recentemente presa di mira proprio dalla capogruppo del Movimento 5 stelle a Palazzo Lascaris, Sarah Disabato, che è arrivata persino a difendere l’assessore di Fratelli d’Italia Maurizio Marrone nella querelle sul progetto Patres, pur di lanciare una bordata ai dem. L’anonimato è la condizione per strappare qualche sfogo a dirigenti e militanti di un partito sospeso a poco più di sei mesi dalle elezioni: “Mi chiedo se ci sia una strategia o se alla fine saremo costretti ad andare a rimorchio di Conte e soprattutto di Chiara Appendino”.

Ed è in questo contesto che paiono lunari le parole con cui il deputato di Sinistra italiana Marco Grimaldi mostra tutta la sua incrollabile fiducia nell’alleanza giallo-rossa: “Non mi risultano accelerate, né in un senso né nell’altro” afferma dopo essere stato padrone di casa sul palco di Proxima nel confronto tra Appendino e Gribaudo dove lui solo avrebbe scorto “l’apertura” dell’ex sindaca, impegnata in realtà più ad attaccare il suo successore Stefano Lo Russo che a tratteggiare le trame di un’intesa.

Resta infine l'opzione civica: c'è chi è tornato a parlare del rettore del Politecnico Guido Saracco, chi vedrebbe bene il presidente dell'Ordine dei Medici Guido Giustetto. Sull'ex sindaco di Cuneo Federico Borgna, lanciato nella mischia dalla renziana Silvia Fregolent una battuta fulminante arriva dalla sua stessa città: “Quello che ancora spera nell’investitura a capo della Fondazione Crc da parte di Alberto Cirio?”. Perdere tempo per prendere tempo.

print_icon