TERZO POL(L)O

L'ammuina di Calenda (e Renzi) infiamma la ciurma in Piemonte

Borghi accusa: "Azione va a sinistra". Il Churchill dei Parioli replica: "Dov'eri fino a due mesi fa?". In terra allobroga le parti s'invertono, con il calendiano Costa pro Cirio e i renziani tentati dal Pd. Sullo sfondo il caso Magliano e le manovre del bullo di Rignano

Quelli che stanno a prua vanno a poppa e quelli che stanno a poppa vanno a prua. Anche nel Terzo polo l’ordine è quello di fare ammuina. Chi sta a destra va a sinistra e chi sta a sinistra va a destra, e chi non ha niente da fare s’aremeni accà e allà. Potrebbero essere i vecchi bastimenti del Regno di Napoli e invece è il (fu) Terzo polo. Ha connotati grotteschi l’ultima querelle tra Italia viva e Azione, che anche dopo la separazione dei gruppi parlamentari non smettono di pizzicarsi a vicenda. L’ultima staffilata parte da Enrico Borghi, senatore eletto nel Pd e poi passato nello schieramento renziano, che in un’intervista a Avvenire punta il dito contro Carlo Calenda reo di aver “scelto la sinistra”. Apriti cielo.

Ad aprire la contraerei sono quelli di Azione che hanno buon gioco a segnalare un cortocircuito che da settimane infiamma il Piemonte, proprio la regione di Borghi: «Lui qui trascina Italia viva verso il Pd, è il principale sponsor di un’alleanza con la coalizione progressista alle regionali e poi bacchetta noi per i rapporti con i dem a livello nazionale?». La fonte è anonima ma esprime un sentimento piuttosto diffuso in Piemonte, dove peraltro Azione si è schierata – seppur non ancora formalmente – con Alberto Cirio, quindi a destra, auspice l’amicizia tra il governatore e il conterraneo Enrico Costa, commissario piemontese del partito di Calenda.

Insomma, quelli che a Roma strizzano l’occhio a destra in Piemonte svoltano a sinistra e viceversa. Rapporti personali e più di un pizzico di opportunismo sono alla base di scelte che stanno creando un certo subbuglio tra i militanti di entrambi i partiti. E vuoi che Calenda facesse finta di non vedere? L’ex ministro sui social ha preso la tastiera al balzo facendo notare come Borghi «che ha passato tutta la vita nella sinistra» ora «usa “ha scelto la sinistra” come equivalente di “state con Hitler”». E il parlamentare ossolano ha replicato: «Caro Carlo, quando tu facevi il comuni stello al liceo (a proposito di sinistra), io ero già democristiano». A quanto pare non solo Matteo Renzi sa “Volare alto”, tanto per citare il titolo del suo tour per l’Italia.

A esacerbare gli animi c’è anche una manovra attribuita all’ex premier secondo la quale, mentre i suoi almeno a parole si dichiarano propensi a sostenere il centrosinistra (finora il segretario regionale Silvia Fregolent si è rifiutata di sedere al tavolo della coalizione ma ha lanciato la candidatura dell'ex sindaco di centrosinistra di Cuneo, Federico Borgna), lui avrebbe un accordo in tasca con i Moderati di Mimmo Portas, che vorrebbero candidare il ciellino Silvio Magliano nella lista civica di Cirio per poi, una volta eletto, fargli costituire il gruppo di Italia viva. Operazione spregiudicata ancor più che machiavellica sulla quale ora pende il veto del calendiano Costa: “O noi o Magliano”. E così si va avanti da settimane, anzi da mesi. Destra? Sinistra? L'importante è fare ammuina.

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