LA SACRA RUOTA

Stellantis si siede al tavolo: chiede e non mette nulla

Annunciata e rimandata più volte, la cabina di regia sull'automotive verrà insediata ufficialmente il 6 dicembre. Il ministro Urso spera (a parole) di arrivare al milione di vetture prodotte in Italia. Ma il gruppo oltre al solito giurin giurello pone condizioni

Leggi ad hoc, sussidi, contributi. Più che condizioni è un lungo elenco della spesa quello stilato da Stellantis in attesa del tavolo apparecchiato dal ministro Adolfo Urso sull’automotive previsto il 6 dicembre. Peraltro dopo una lunga serie di annunci e rinvii. «Con la partecipazione, l’azienda ribadisce il proprio forte impegno nei confronti del Paese e la volontà di creare le condizioni per mantenere il ruolo di leader dell'Italia al centro della strategia di Stellantis» spiega un portavoce. Ma attenzione, perché per assicurarsi l’impegno della Sacra ruota «sono necessari specifici fattori abilitanti, come il rinvio o la rimozione della normativa (Euro 7) che impedisce la continuazione della produzione di modelli a prezzi accessibili in Italia, gli incentivi alla vendita di veicoli elettrici e la rete di ricarica per sostenere i clienti e il miglioramento del costo dell’energia così da sostenere la competitività industriale di Stellantis e dei fornitori italiani». Insomma, per sostenere la competitività, l’azienda continua ad alzare il prezzo nei confronti dell’esecutivo.

L’ex ministro Carlo Calenda nelle dichiarazioni di Stellantis non legge che «l’usuale nulla retorico”.  Anzi a suo giudizio vanno tradotte come “non abbiamo impegni di investimento in Italia e non prendiamo impegni, se non al verificarsi di molte condizioni e molti sussidi”. Ma gli impegni derivavano dall’accordo di “fusione” che ha dato vita a Stellantis. Così invece si riparte da zero». A questo punto anche l’obiettivo di arrivare al milione di modelli (tra auto e mezzi commerciali), a fronte di una produzione nazionale che oggi arriva a malapena alla metà, pare sempre più una chimera.

Come spiegato in una nota del Mimit, il tavolo, a cui parteciperanno azienda, Regioni (Abruzzo, Basilicata, Campania, Lazio, Molise, Piemonte ed Emilia-Romagna), sindacati e Anfia, avrà quali principali obiettivi: aumentare i livelli produttivi negli stabilimenti italiani, consolidare i centri di ingegneria e ricerca, investire su modelli innovativi, riqualificare le competenze dei lavoratori e sostenere la riconversione della componentistica. Dando seguito al protocollo sottoscritto il 18 ottobre e alle sollecitazioni più volte emerse nelle riunioni con le istituzioni regionali, con i sindacati e con le associazioni di impresa. Per ora parole.

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