Daspo agli studenti di destra, l'Ateneo già li mette al bando
16:37 Giovedì 07 Dicembre 2023Visto che il solo volantinare all’Università di Torino sembra un affronto, tanto vale mandarli in esilio. La provocazione del radicale Viale coglie nel segno. Mondo accademico sempre più intollerante e le solite coperture politiche agli antagonisti di Askatasuna
Daspo urbano per il Fuan e divieto d’intervento alle forze dell’ordine negli scontri in ateneo. Sono le richieste contenute in una mozione presentata come provocazione dal consigliere comunale dei radicali Silvio Viale, alla luce dei recenti episodi che hanno avuto come teatro il Campus Einaudi dell’Università di Torino e che hanno coinvolto anche la polizia. Una mozione che contiene posizioni appositamente estremizzate “per mettere tutti – spiega – di fronte alle proprie responsabilità”.
I FATTI - Nel tardo pomeriggio di martedì 5 dicembre un corteo di circa centocinquanta persone, tra studenti legati ad Askatasuna e altri dei collettivi universitari, ha tentato di avvicinarsi a un gruppetto del Fuan, organizzazione studentesca di destra impegnata nel volantinaggio. In mezzo un cordone di forze dell’ordine, intervenute per impedire il contatto. Slogan e tensione rapidamente alle stelle, cori contro la polizia. Fino al contatto tra agenti e antagonisti. Dai quali, riferisce la Digos, è partito anche un lancio di uova e oggetti vari. Stavolta, a rimanere ferite anche due professoresse, che a quanto emerge, stavano cercando di mediare tra gli studenti e sono finite in ospedale. Colpito anche un funzionario di polizia da uno degli oggetti lanciati mentre due agenti del reparto mobile sono stati ricoverati.
LA PROVOCAZIONE - Viale sa bene di cosa parla. Lui, una vita fa, militava in Lotta Continua quando gli anni erano di piombo, l’Università il terreno fertile in cui germogliavano estremismi di destra e sinistra, mentre fascisti e comunisti se le davano per davvero e c’è chi ci ha rimesso la pelle. Il suo atto esprime provocatoriamente “piena solidarietà a coloro che con minacce e aggressioni si prodigano per impedire i volantinaggi del Fuan” e usa espressioni ironiche come “diritto divino di esprimere il proprio dissenso con minacce e aggressioni al fine di impedire ad altri di manifestare il proprio pensiero”. E invita dunque il Consiglio comunale a impegnare sindaco e giunta “a chiedere a prefetto e questore che la polizia e le altre forze dell’ordine non intervengano più per impedire le aggressioni all’Università e che sia predisposto il Daspo urbano per il Fuan”. Ci manca solo il libero razzolare dei facinorosi di Askatasuna, loro sì fascisti di sinistra, intolleranti e dediti alla violenza, coperti politicamente da chi come il deputato di Sinistra italiana Marco Grimaldi diffonde comunicati, assieme al leader nazionale del suo partito Nicola Fratoianni, in cui punta il dito contro l'intervento delle forze dell’ordine.
“Ho voluto presentare questo atto come provocazione – spiega Viale – perché è una questione da risolvere. Il Fuan ha diritto di volantinare, rinunciando ad atteggiamenti provocatori. Chi non condivide le loro proposte, io prima di tutti, deve tollerare la loro presenza, eventualmente contestare, ma rinunciare ad ogni aggressione. L’Università è di tutti e chi è fascista lo decide la magistratura. Bisogna scongiurare un clima da anni Settanta – conclude Viale – e si deve chiedere a tutti un senso di responsabilità”.
CONDANNA – Intanto il tribunale di Torino ha emesso questa mattina la sentenza di condanna per 16 militanti del centro sociale Askatasuna che erano imputati per il reato di invasione di terreni ed edifici per l’occupazione dell’Aula C1 del Campus Einaudi, avvenuta il 13 maggio 2021. Gli attivisti sono stati condannati a 8 mesi di reclusione. I fatti sono relativi al blitz degli antagonisti messo in atto dopo che, in seguito agli scontri del febbraio del 2020, quando gli studenti universitari di sinistra impedirono un volantinaggio a studenti di destra del Fuan, erano stati posti i sigilli all’aula in cui venivano organizzate assemblee e feste da parte del Collettivo Universitario Autonomo, emanazione giovanile di Askatasuna. Dopo il secondo sgombero, l’aula era stata poi restituita all’Università.