VERSO IL VOTO

Schlein prepara la corsa. Gribaudo torna in pista

I piani di Elly per evitare che a Bruxelles ci finiscano solo esponenti della minoranza (da Gori a Decaro). Nella pattuglia di fedelissimi in lista alle Europee pure la deputata di Borgo San Dalmazzo che per ora tiene il punto sulle regionali in Piemonte (per alzare il prezzo?)

“La decisione di candidarsi alle europee è l’ultima delle valutazioni e prescinde dalle valutazioni di altri leader”. Avesse detto tarapia tapioco, l’ennesima supercazzola di Elly Schlein in risposta a precisa domanda – si candida o no? – sarebbe risultata più comprensibile. Così, come fosse antani, la segretaria dem prova a mascherare quella che, ormai, pare una decisione certa, con buona pace di Romano Prodi al quale non è servita neppure una seduta spiritica per capire cosa frulla in testa a Elly. Non servirà la lettera, stile Desperate Housewives, di Paola Demicheli, “così danneggi il partito”, figurarsi il ricordo del successo di chi, Matteo Renzi, non si candidò e fece oltre il doppio della soglia cui punta la segretaria. Ma, per mutuare il celebre assunto dalemiano, per la Schlein "capolista è dove mi piazzo io", ovvero dappertutto.

Facile prevedere una lunga serie di pomeriggi di un giorno da cani (e gatti) dalle parti del Nazareno dove, peraltro, guardando dalla terrazza verso il campo largo sono talmente convinti (siamo, ovviamente nell’assoluto paradosso) del realizzarsi dell’alleanza giallorossa nel Piemonte concomitante nel voto regionale ed europeo, che il nome di Chiara Gribaudo sta entrando nel novero dei candidati per Bruxelles, quelli che saranno indispensabili alla segretaria, capolista ovunque, per arginare se non proprio tenere fuori i secondi visto che finirebbe per averli tutti in arrivo dalle fila bonacciniane. Un battaglione dell’opposizione interna, per giunta dotato di un arsenale di voti che basta elencare un po’ di nomi di sindaci in scadenza di mandato per evocare preferenze a iosa: da Giorgio Gori a Dario Nardella, da Matteo Ricci ad Antonio Decaro

L’ex coinquilina di Elly, sua ombra in campagna congressuale, ribadisce la “disponibilità” a correre contro Alberto Cirio, esternata quando pareva (e forse lei per prima sperava) fosse il suo nome quello in grado di vincere le resistenze pentastellate all’alleanza con i dem. La prospettiva, sempre più indirizzata verso il sigillo dell’ufficialità, appare tuttavia l’esatto contrario. Giuseppe Conte del campo largo piemontese, destinato a finire in palude stigia, alla prova del voto non ne vuole sapere. Men che meno Chiara Appendino, in linea generale favorevole sì a un’alleanza col Pd, ma non certo partendo dalla sua regione verso la sconfitta certa. E, semmai, colpo di scena dovesse esserci la soluzione non sarebbe Chiara, intesa come Gribaudo, così come non passerebbe per alcun esponente dem nel ruolo di candidato governatore dell’alleanza giallorossa, oggi probabile come l’avvistamento di un pinguino al Polo Nord.

Nel Pd, dove sono uomini di mondo, quello della deputata che ha fatto la sua gavetta a Borgo San Dalmazzo e dopo non tre anni di militare a Cuneo, ma altrettante legislature l’ultima delle quali in corso, è un nome che per le europee circola, non da oggi. Pareva e forse lo era e magari lo è ancora, il suo obiettivo naturale, prima della “disponibilità” a scendere in campo – largo, stretto, boh? – nella sua regione. In un’intervista, replica la versione di Elly circa il non essere quello delle candidature per le europee un tema all’ordine del giorno. Seppure si voti lo stesso giorno delle regionali piemontesi per cui, in quel caso sì, le candidature sono in cima all’agenda, magari ancora con una riga bianca. Dice pure, Gribaudo, che il Pd piemontese non può restare senza un suo rappresentante nella lista della circoscrizione Nord Ovest. Lo sguardo allarmato dei fedelissimi della segretaria volge, come un tic nervoso, verso Bergamo e il suo sindaco prossimo a mollare il municipio, ma non la presa su una poltrona in Europa. Con capolista Elly, il numero due potrebbe essere proprio Gori. La resistenza della segretaria all’assalto riformista passerebbe in questa circoscrizione proprio per Gribaudo, insieme a Cecilia Strada, replicando lo schema nel Nord Est con Alessandro Zan e la sardina Mattia Santori che però pare rifiutare l'offerta peraltro non ancora arrivata, al Sud con Sandro Ruotolo e l’ex sindaco di Riace Mimmo Lucano e così nel resto del Paese. 

Un quadro di fronte al quale crescono dubbi legittimi circa il rinnovato attivismo della deputata cuneese sul fronte regionale, pronta per sua stessa rinnovata ammissione anche ad eventuali primarie con altri candidati, che ad oggi si fermano a uno, Daniele Valle, attuale vicepresidente del Consiglio regionale ed esponente dell’area che ha perso il congresso nei gazebo. Proprio con Valle si ricorda un patto con Gribaudo, poi finito non si sa dove, per compattare il partito nel caso della sua candidatura in Europa, siglato prima della sua discesa in campo con la convinzione di sbloccare una situazione di stallo e aprire la strada verso il campo largo. Una missione ad oggi non riuscita e, peraltro, già subito resa stretta dalla stessa Appendino, fino a chiuderla. Se resterà sbarrata, come presumibile, anche dopo l’incontro di venerdì cui parteciperà l’ex sindaca, deputata assurta a “contessa” nel ruolo di numero due dei pentastellati, per Gribaudo la strada per un posto in lista per l’Europa potrebbe aprirsi. Forse non essendo, quella, mai stata davvero chiusa.

print_icon