VERSO IL VOTO

Pd-M5s, trattativa a Roma. 
In Piemonte si fa manfrina

Ennesimo nulla di fatto al tavolo torinese mentre nella Capitale Schlein e Conte cercano qualche intesa da Bari alla Basilicata. I dem evidenziano punti di contatto mentre i grillini scavano il solco. Per ora vietato rompere. Nuovo incontro martedì

Perdere tempo per prendere tempo. Così mentre a Roma proseguono le trattative vere su amministrative e regionali – dal comune di Bari alla Basilicata, da Firenze a Campobasso – va avanti la manfrina piemontese tra Pd e Movimento 5 stelle. Nel terzo round del tavolo non è stato sciolto nessuno dei nodi che pesano sull’alleanza, coi dem impegnati a sottolineare i punti di contatto e i pentastellati a scavare il solco che li separa dai quasi alleati.

Due ore d’incontro in cui si è parlato di trasporto pubblico locale, delle borse di studio che vanno garantite a tutti gli idonei, l’energia. E poi come non parlare della raccolta differenziata, dell’ambiente da tutelare. Quello che nessuno può dire è che entrambe le delegazioni sono costrette a perdere tempo, mentre il confronto reale – senza tanti fronzoli e discussioni sui programmi – si svolge nella Capitale dove Elly Schlein, dopo aver sfasciato il partito in Sardegna per appoggiare la grillina Alessandra Todde, rischia di ritrovarsi con un pugno di mosche in mano.

Per questo sembra stucchevole che da due giorni Chiara Appendino rinfacci alla delegazione dem il partenariato pubblico privato nella realizzazione degli ospedali, dopo che per anni, quando era sindaca, non disse una parola per bloccarlo. E dire che erano gli anni in cui il premier era Giuseppe Conte e pure il ministro della Sanità che sbloccò i fondi al Piemonte, allora amministrato da Sergio Chiamparino, era la pentastellata Giulia Grillo. Qualcuno ricorda il Chiappendino, a proposito della concordia istituzionale tra Stefano Lo Russo e Alberto Cirio che tanto inorridisce le prefiche grilline? No, per ora no.

Un paio d'ore sono bastate per capire che non era aria, ma guai a rompere. Il dossier Piemonte deve restare aperto finché altri non vengono chiusi. E così la manfrina continua. Quando il segretario piemontese dem Mimmo Rossi apre a un candidato sindaco M5s a Vercelli, i suoi interlocutori rispondono picche. Troppo poco. Insomma, in casa Pd c'è scoramento, motivo per cui i due litiganti si ritroveranno martedì mattina per un tavolo che annunciano come “definitivo” (doveva esserlo anche quello di ieri e poi quello di oggi). Non si sa come, visto che sul tavolo restano gli stessi problemi di sempre, come la scelta su dove situare il nuovo ospedale Maria Vittoria. In conclusione, al di là di tante chiacchiere resta la pregiudiziale dei Cinquestelle sull’alleanza in Piemonte.