FIANCO DESTR

Nuovo Askatasuna, "chi paga?"

Il regolamento dei beni comuni è chiaro: toccherà ai proponenti mettere mano al portafogli. Ma nel centrodestra c'è chi vuole vederci chiaro. Il consigliere Iannò: "Se il Comune di Torino ci metterà dei soldi vado alla Corte dei Conti". L'affondo dei sindacati di polizia

Chi pagherà i lavori per la messa a norma del centro sociale Askatasuna? Il Regolamento dei beni comuni parla chiaro: sono i proponenti a doversi fare carico delle spese, ma le voci di un coinvolgimento diretto o indiretto del Comune di Torino si susseguono da ieri e non a caso nel centrodestra c’è chi proprio su questo chiede chiarezza al sindaco Stefano Lo Russo. Il progetto prevede che la gestione del pian terreno e del cortile sia in mano a coloro che hanno proposto di rilevare quegli spazi al civico 47 di corso Regina Margherita, mentre i piani superiori dovrebbero tornare nelle mani di Palazzo Civico dopo 27 anni di occupazione abusiva e degrado. A sollevare il tema è il consigliere Pino Iannò (Torino libero pensiero, vicino a Maurizio Lupi) che addirittura minaccia “un esposto alla Corte dei Conti” se l’amministrazione metterà mano al portafogli. La delibera approvata ieri in giunta, presentata dalla vicesindaca Michela Favaro, non ha impegno di spesa anche perché finora si è solo “avviato un percorso”. Insomma, siamo alle fasi preliminari che prevedono il dialogo con gli occupanti, la liberazione dello stabile e l’avviamento di un piano di riqualificazione. Anche il radicale Silvio Viale, tra i pochi consiglieri della maggioranza non colpiti da afonia, ha dei dubbi: “Il modo in cui verrà fatta questa operazione non è chiaro” dice allo Spiffero.

C’è chi sostiene che in fondo, data una imbiancata ai muri, tutto resterà com’è adesso. Sia le attività (la palestra di boxe, la biblioteca, la camere oscura, il laboratorio artistico, lo studio di registrazione e tutto ciò che è contenuto nella proposta giunta in Comune) sia coloro che le svolgono. “Che quantomeno tutto ciò non avvenga, anche solo in parte, coi soldi della collettività dopo che queste persone hanno occupato la struttura per trent’anni” prosegue Iannò. Lo stato di abbandono e degrado dello stabile è certificato da un’ispezione dell’Asl, assieme a vigili del fuoco, Spresal e agenti di polizia, risalente allo scorso dicembre, al termine della quale vennero anche denunciati una decina di occupanti.

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Intanto restano sul piede di guerra un centrodestra quanto mai diviso e soprattutto i sindacati delle forze dell’ordine. Nella conferenza stampa di questa mattina i consiglieri di Lega, Fratelli d’Italia, Forza Italia, Torino Bellissima e Torino libero pensiero hanno espresso la loro contrarietà sull’istituzionalizzazione del centro sociale, ma allo stesso tempo sono rimasti divisi sulle iniziative da adottare per contrastarla. C’è chi lancia il referendum abrogativo, chi prospetta l’ipotesi di una delibera d’iniziativa popolare: “Useremo tutti gli strumenti necessari, ma dobbiamo ancora capire quali” ammette il vicepresidente della Sala Rossa, il forzista Domenico Garcea. Dopo la furibonda lite di ieri che ha visto il capogruppo di Fratelli d’Italia Giovanni Crosetto scagliarsi contro i compagni di banco Enzo Liardo e Ferrante De Benedictis, rei di averlo bruciato sul tempo con un comunicato scritto assieme alla deputata Augusta Montaruli in cui proponevano il referendum abrogativo, il tentativo è di dare l’immagine di un fronte che torna compatto. Ma la tensione è palpabile, difficile scordare le parole di Crosetto che ieri ha parlato di “fughe in avanti per raccattare qualche voto di preferenza personale” rilanciando sulla raccolta firme per la delibera d’iniziativa popolare. Un braccio di ferro durato tutta la giornata.

I sindacati di polizia restano i più critici e si definiscono “basiti” dalla scelta dell’amministrazione. In una nota congiunta Siulp, Sap e Fsp puntano il dito contro il sindaco Lo Russo che “sembra proprio abbia preferito l’intolleranza e l’illegalità, alle forze dell’ordine”. Quelle forze dell’ordine che da anni mettono a repentaglio la propria incolumità durante gli assalti ispirati e condotti dai leader di Askatasuna, ai cantieri tav in Valsusa e alle manifestazioni a Torino.

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