LA SACRA RUOTA

Mirafiori incrocia le braccia: Levante fuori produzione

Dal 31 marzo chiuderà la linea del suv Maserati. Lo stabilimento Stellantis di Torino resta col fiato sospeso mentre prosegue il braccio di ferro tra l'azienda e il governo. Lavoratori in sciopero da questa mattina. Paone (Uilm): "Urge confronto"

I lavoratori delle Carrozzerie di Mirafiori sono in sciopero. La rende noto la Fiom Cgil di Torino, specificando che sono circa 150 le tute blu del primo turno delle linee della 500e e della Maserati che al momento stanno manifestando davanti all’ingresso dello stabilimento. Anche ieri i lavoratori hanno manifestato in corteo dopo le assemblee convocate per valutare le iniziative da intraprendere in seguito alla cassa integrazione chiesta da Stellantis da metà febbraio a fine marzo.

Ed è di oggi la notizia che dal prossimo 31 marzo alle Carrozzerie di Mirafiori terminerà la produzione della Maserati Levante. Altro colpo per lo stabilimento di Torino, che da tempo attende un nuovo modello ora che non bastano più i volumi della 500 elettrica per garantire la piena occupazione. Delle circa 33 Maserati prodotte ogni giorno a Mirafiori, 25 sono Levante. Questo vuol dire che di fatto, entro un paio di mesi, la produzione di auto del Tridente sarà ridotta quasi a zero. “Si tratta di un’ulteriore notizia negativa per Mirafiori, che conferma l’urgenza di discutere con Stellantis e con le istituzioni della missione produttiva dello stabilimento. Mirafiori rappresenta il baricentro dell’auto in Italia e come tale deve essere valorizzato” afferma Luigi Paone, segretario generale della Uilm Torino.

“Bisogna agire immediatamente” gli fa eco Edi Lazzi (Fiom Torino). “Le soluzioni possono essere trovate partendo dalle proposte su Mirafiori di Fim, Fiom e Uilm. Proposte che dovrebbero essere ascoltate nel merito e nel metodo, con la costituzione di un think tank cittadino formato dal presidente della Regione, dal sindaco di Torino, dalle organizzazioni dei lavoratori e da quelle delle imprese, dalla curia, dal Politecnico e l’università di Torino, dalle imprese a partecipazione pubblica di energia elettrica, con il compito preciso di pianificare un progetto di investimenti pubblici e privati, da effettuare nel territorio tesi ad accompagnare in positivo la transizione all’elettrico che, se sfruttata adeguatamente, è in grado di generare nuova e buona occupazione”.

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