TRAVAGLI DEMOCRATICI

Dopo la Sardegna c'è l'Abruzzo. Pd piemontese appeso a Conte

Altra data sul calendario, fortuna che il 20 marzo vanno presentate le liste altrimenti i dem avrebbero aspettato persino le urne di aprile in Basilicata. Solo l'ex premier potrebbe sbloccare l'impasse ma lui non concede nulla: "In Piemonte siamo distanti"

E ora dopo la Sardegna magari tocca aspettare l’Abruzzo. La via crucis del centrosinistra piemontese non si ferma con le urne nell’isola. Attendere pare essere l’unica strategia che il Pd riesca ad attuare. La base ribolle, sui social i commenti sono sempre più irritati nei confronti di Elly Schlein e del suo tortellino magico. Il successo di Alessandra Todde non ha galvanizzato le truppe, c’è una parte consistente della militanza che non festeggia se vince il Movimento 5 stelle, soprattutto in una regione in cui i dem hanno dimostrato di avere quasi il doppio dei voti. “L’esultanza per una grillina è la definitiva morte del Pd”, “Avete regalato la Sardegna a Conte!”: questo il tenore della maggior parte dei commenti sui social, mentre il leader pentastellato continua a farsi desiderare. “In Piemonte stiamo lavorando concretamente a temi e progetti ma stiamo incontrando alcune difficoltà a condividere i medesimi obiettivi con le altre forze, in particolare con il Pd. C’è un problema, un ostacolo nei progetti” ha detto ieri sera a Porta a Porta Giuseppe Conte, tenendo ancora sulle spine gli alleati/concorrenti così come sempre ha fatto, fin dall’inizio di questa surreale trattativa. Di più, arriva a parlare di “commistioni tra politica e affari” a Torino e Potenza. Quello che appare ormai evidente è che l’accordo i 5 Stelle non lo vogliano e che puntino ad addossare le responsabilità a un Pd considerato poco in sintonia con la svolta schleiniana, soprattutto quello torinese. Trovando in questo gioco all’umiliazione insperate sponde interne.

La vicepresidente del Senato  Anna   Rossomando ha un’idea innovativa: “Riconvocare il prima possibile il tavolo per mettere in campo un programma alternativo condiviso”. Eureka! Fosse per lei, il Pd potrebbe aprire una falegnameria. La verità è che al livello locale le posizioni sono ormai talmente inconciliabili che risulterebbe inutile ogni tentativo di riavvicinamento.  Chiara Appendino tiene i suoi a debita distanza dai dem e pure nel gruppo dirigente Pd questa manfrina ha stufato. A Roma, però, qualcosa potrebbe succedere. Lo stalkeraggio di Schlein si sta intensificando e per Conte  potrebbe essere difficile resistere a tante lusinghe, dopo aver portato a casa la prima presidente di regione grazie ai voti del Pd; soprattutto se abbinate a qualche velato avvertimento dal momento che ora Todde dovrà formare una giunta e i dem sono il primo partito nel Consiglio regionale sardo. Bastone e carota per tentare l’ultimo assalto.

Calendario alla mano sono tre le date da tenere sotto controllo: il 2 marzo è in programma infatti la Direzione del Pd in Basilicata e lì, con ogni probabilità, verrà annunciato e votato il candidato in vista delle urne del 21 e 22 aprile. Anche su questo Conte non concede nulla: “In Basilicata è stato indicato unilateralmente un candidato” dice riferendosi ad Angelo Chiorazzo, molto vicino all’ex ministro Roberto Speranza. “Io ho sempre detto – prosegue – che si converge prima sui temi, sui progetti, e dopo si trova l’interprete migliore. È chiaro che non funziona se io ho di fronte una forza politica che indica prima l’interprete e poi mi chiede di fare l’accordo sui programmi”. La manfrina prosegue.

Il 10 marzo, altra data da tenere a mente, urne aperte in Abruzzo, dove un fronte ampio che va da Italia Viva al M5s, guidato dall’ex rettore dell’Università di Teramo Luciano D’Amico, prova a strappare la seconda regione al centrodestra. Il sondaggio di Noto indica un vantaggio del governatore uscente Marco Marsilio di sei punti, non abbastanza per dormire sonni tranquilli. Infine c’è il 20 marzo, la deadline indicata dal Pd piemontese alle federazioni provinciali per presentare le proprie liste. Entro il 28 il segretario Mimmo Rossi convocherà una direzione per approvarle. Insomma, sulla carta ci sono ancora tre settimane di tempo. Non un giorno di più.

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