Nursind Piemonte, per 69% infermieri lavoro peggiorato post Covid

Nursind Piemonte ha promosso un sondaggio sulle attuali condizioni di lavoro degli infermieri piemontesi e ha risposto un campione di quasi 700 lavoratori in tre giorni. I dati emersi, "confermano ciò che sul campo si percepisce - riferisce il sindacato -: una categoria esausta e insoddisfatta delle proprie condizioni di lavoro, che ritiene, a ragione, di lavorare senza adeguata sicurezza per sé e per i pazienti, che lavora di più di quanto dovrebbe e per di più sotto organico, oltre al fatto di non vedersi riconosciuta nessun tipo di valorizzazione, fatto che incide su chi questa importante e fondamentale professione non vuole neanche più intraprenderla o decide addirittura di abbandonarla. Infatti, impressiona il dato di chi desidererebbe lasciare o cambiare". Chiedendo quali siano le condizioni di lavoro dopo la pandemia, il 68,7% indica che ci sia stato un peggioramento. Il 25,2% ritiene siano rimaste invariate e solo il 7,2% vede un miglioramento. Alla domanda sulla soddisfazione della propria condizione lavorativa il 65,8 % ha risposto di no e il 34,2% ritiene invece di si. Il 69.5 % afferma che gli attuali standard di sicurezza non sono adeguati, mentre il 31.3% dice di sì. Sul capitolo numero di personale, il 64,2% risponde che vi è una carenza e solo il 12,2 % ritiene che il numero sia adeguato, mentre il 24,4% ritiene sia sufficiente. Domandando se l'idea di lasciare il lavoro o cambiarlo sia mai stata presa in considerazione, il 39,3% ha risposto di sì, il 13,3% spesso e il 34,0% qualche volta. Solo il 17% ha risposto di no. "Lasciano a desiderare - conclude il sindacato - le politiche messe in campo che non solo non tengono conto di quanto emerge ma che addirittura chiedono di lavorare di più e in condizioni sempre meno stabili e sicure, senza un idea programmatica e strutturale, Continuare a fare fuoco con la stessa legna che parla addirittura di nuovi contenitori , senza i contenuti e che non investe in una professione importante quanto fondamentale per riformare e riorganizzare il sistema, ma che invece continua a svilire e a non valorizzare".

 

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